I fatti contestati che hanno portato alla multa
Secondo la UE queste società si scambiavano delle informazioni sensibili sulla forniture delle batterie, allo scopo di controllare l'evoluzione del prezzo sul mercato (cosa vietata) e quindi influenzandone i prezzi finali al consumo che risultavano sempre troppo elevati.
Il cartello ha coinvolto tutti e tre i tipi di batterie al litio usate da molti apparecchi elettronici, come computer portatili e cellulari. Le società si erano accordate per un aumento dei prezzi temporaneo tra il 2004 e il 2007, spinto da un aumento del prezzo del cobalto, il materiale usato per le batterie.
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Tra le società coinvolte, se l'è scansata il colosso coreano Samsung, che pur facendo parte di questo "cartello" ha evitato una multa da circa 58 milioni, perché ha rivelato essa stessa l'esistenza del cartello alla UE.
Le altre società invece hanno ottenuto uno sconto del 10% sulla sanzione, poiché hanno ammesso i fatti contestati. Ecco le multe nel dettaglio: Sony 29,8 milioni, Panasonic 38,8 milioni e Sanyo 97,1 milioni.
"Questo è un messaggio importante per le aziende: se i consumatori europei vengono danneggiati da un cartello la Commissione indaga anche se le intese anticoncorrenziali sono state strette fuori dall'Europa. La loro collusione ha influito sui prezzi di molte merci vendute ai consumatori europei", ha commentato il Commissario europeo alla Concorrenza, Margarethe Vestager.
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