La lunga battaglia contro la bassa inflazione
Il banchiere italiano ha salutato ieri la BCE con un discorso carico di eleganza e stile, senza togliersi sassolini dalle scarpe ne' mettere pressione al suo successore (Lagarde). «Ho sempre cercato - ha detto - di rispettare il mio mandato, senza mai arrendermi. È stata un’esperienza intensa, profonda e affascinante». Draghi lascia una BCE pronta al lancio del secondo round di Quantitative Easing, e ancora lontana dalla possibilità di rialzo dei tassi, che spetta solo a chi riuscirà a vincere la bassa inflazione. Le aspettative di lungo periodo sull’andamento dei prezzi sono ferme poco sopra l'1%, e minacciano di ancorarsi tra questo livello e l’1,5%. siamo quindi molto distanti dall'obiettivo fissato dalla Eurotower al 2%.Va però evidenziato che la bassa inflazione non si può certo ascrivere come una sconfitta personale del banchiere italiano, visto che la maggior parte delle economie sta lottando con un problema simile. Anche gli Stati Uniti, che lo scorso anno si erano lanciati con veemenza nel percorso di normalizzazione della politica monetaria (4 rialzi dei tassi), hanno dovuto fare marcia indietro e cominciare a sforbiciare il costo del denaro, per ridare slancio alla crescita e all'inflazione.
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