lunedì 18 maggio 2020

Crisi economica, il fondo UE per combattere il Covid in ostaggio di 5 Paesi

Il maggiore ostacolo al Recovery Fund (che ora si chiama Recovery Initiative) è un gruppetto piccolo di paesi che hanno un peso piccolo - dal punto di vista economico e demografico - nella UE. Vogliono che il sostegno comunitario per combattere la crisi economica sia il più ridotto possibile. Mentre altri Paesi colpiti in modo durissimo dalla pandemia (come l'Italia), spingono invece per ottenere un sostegno maggiore possibile dalla UE.

Le diverse vedute sulla lotta alla crisi economica

Il gruppetto ostativo è composto da Olanda, Austria, Danimarca, Finlandia e Svezia. Sono elencate in ordine di intransigenza. Da questi Paesi sono partiti i maggiori veti per rendere meno corposo possibile il Recovery Initiative. Se li mettiamo assieme, non riescono a raggiungere la popolazione dell'Italia. Sempre se considerati assieme, non rappresentano neppure un decimo della UE. E sono a malapena un sesto del suo reddito.

Ma si sono messi di traverso, armati di profonda intransigenza, e dopo essere riusciti a tenere il Recovery Initiative sotto i 1000 miliardi, stanno pure sfilacciando il tessuto che era già stato cucito. Il tutto mentre la UE fa i conti con una recessione record.

La battaglia delle cifre

I cinque Paesi nordici sono impegnati a ridurre l'importo del pacchetto europeo per combattere la crisi economica. Vogliono che alla fine non superi i 350 miliardi di euro. Un terzo di quello che i paesi più colpiti invece spingevano inizialmente per avere (quei mille miliardi di aiuti che la Germania sta dando alle proprie imprese). Tra questi Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro. Adesso il compromesso si aggirerà sui 700-800. Tuttavia questo è quello che verrà inserito nella proposta di von der Leyen, sapendo che dovrà essere ritoccato al ribasso proprio per colpa dell'ostracismo dei Paesi nordici.

Il nuovo piano di aiuti dovrebbe essere illustrato dalla von der Leyen a fine maggio, poi ci saranno negoziati al ribasso fra governi il mese prossimo. Serviranno almeno due vertici dei leader dei Paesi, di cui il primo il 18 giugno. Da Roma e Parigi sono già iniziate le operazioni di pressioni sulla von der Leyen, affinché non presenti una proposta troppo timida, sapendo che l'importo di questo piano verrà negoziato al ribasso durante i negoziati di giugno.

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