venerdì 8 maggio 2020

Crisi finanziaria, la Turchia rischia di rivivere la stessa estate di due anni fa

La Turchia rischia seriamente di ripetere un'estate come quella vissuta due anni fa. Per chi non lo ricordasse, ci fu una crisi finanziaria che travolse, spingendo la Lira verso una svalutazione pesantissima e alimentando in modo clamoroso l'inflazione.

Ankara e la crisi finanziaria

Il segnale che qualcosa di pericoloso sta per accadere arriva proprio dal cambio con il dollaro. Ieri la Lira turca è arrivata a scambiare fino a 7,49 contro il biglietto verde, aggiornando il suo minimo storico. C'è voluto un altro (l'ennesimo) intervento della Banca centrale Turca per raddrizzare la situazione. Ma queste "pezze" che ogni tanto deve mettere l'istituto centrale per evitare una crisi finanziaria costano tanto, in termini di riserve valutari. Secondo gli ultimi calcoli, risultano scese ad appena 25 miliardi di dollari. Una miseria se si pensa che il Paese è esposto verso l'estero per circa 170 miliardi.

La fuga di capitali dalla Turchia

Quest'anno la Lira turca ha peso circa il 17% contro la valuta americana. In due anni praticamente il valore si è dimezzato (-45%). Le previsioni sono terribili, insomma nulla a che vedere ad esempio con le previsioni franco svizzero euro. Questo clima sta facendo scappare i capitali dalla Turchia, a maggior ragione adesso che la crisi finanziaria ed economica è aggravata dal Coronavirus. Nel frattempo la banca centrale ha tagliato i tassi fino all’8,75%, e tenuto conto che l'inflazione rimane oltre il 10%, i tassi d’interesse turchi sono nettamente negativi. Questo agevola l'ulteriore deflusso dei capitali, e l'ulteriore assottigliamento delle riserve valutarie.

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Un mix esplosivo

Una situazione esplosiva quindi, diventa tale per via degli squilibri strutturali della bilancia commerciale turca. Troppe importazioni (il saldo commerciale segna un rosso del 5,2% rispetto al pil), che costringono l'economia turca ad attirare capitali per finanziare il suo import. Senza di essi, deve intaccare le riserve valutarie.

Per arginare questo circolo vizioso, Ankara ha costretto le banche ad adottare una serie di misure restrittive, che impediscono di scambiare le lire in euro, dollari, etc. Il meccanismo però prima o poi porta i nodi al pettine. E con la crisi innescata da Covid, la sfiducia verso la Turchia è cresciuta, e si rischia una nuova tempesta finanziaria. All'epoca la banca centrale fu costretta ad alzare i tassi fino al 24% per arrestare l’attacco speculativo contro la lira.

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