Se nel 2021 il tasso di default delle imprese italiane aveva raggiunto un livello minimo, grazie anche al sostegno pubblico in risposta alla pandemia, alla fine del 2023 il quadro si è drammaticamente rovesciato. Il tasso di default medio delle aziende italiane infatti è salito al 2,39%. Quel che è peggio è che la crescita avanza in modo lento ma costante nel tempo.
I numeri sulla crisi delle imprese
Il dato peggiore relativo al tasso di default medio riguarda le società di capitali che sono al 2,58%. Poco più indietro troviamo le imprese individuali, al 2,49%. Le società di persone invece hanno un tasso di default medio pari al 1,62%.
Al di là delle singole differenze, quello che bisogna sottolineare è che c'è stata una chiara inversione di tendenza che già si era notata al partire dal 2022. In base proprio all'evoluzione dei dati CRIF Ratings stima che il tasso di default delle società di capitali Potrebbe addirittura arrivare al 3,5% nel corso di quest'anno.
Andamento disomogeneo per settore
Anche se in generale si assiste in tutti i settori a una risalita dei tassi di default, ce ne sono alcuni che meritano particolare attenzione. Nell'ambito delle società di capitali ad esempio si evidenzia la maggiore sofferenza di Leisure (3,86%), Trasporti e Logistica (3,64%), Costruzioni (3,20%) e Commercio di autoveicoli (3,07%).
In particolare il settore Leisure si conferma per il secondo anno consecutivo quello più rischioso, in particolar modo per quanto riguarda i servizi di ristorazione, dove il tasso di default delle imprese arriva anche al 5%. In questo stesso ambito inoltre si registra un grosso aumento del numero di finanziamenti erogati nel 2023, +10,1%.
Altro settore che desta preoccupazione è quello delle costruzioni, dopo la riduzione delle misure straordinarie di supporto che sono state promosse nell'ultimo triennio (in special modo il superbonus).
Il contesto difficile
I problemi del settore imprenditoriale sono influenzati dal contesto estremamente instabile a livello globale (e in tal senso le tensioni di Medio Oriente potrebbero peggiorare ulteriormente il quadro) e da uno scenario domestico che comunque presenta ancora molte fragilità.
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