Un rapporto elaborato dal centro studi di Unimpresa ha evidenziato una situazione molto difficile per una discreta fetta della popolazione italiana. I dati sulla ricchezza evidenziano infatti che il 15% della popolazione vive in una condizione a rischio povertà.
I dati sulle ricchezza
Oltre ai 5 milioni di soggetti che già sono in condizioni di povertà assoluta, ce ne sono quindi più di 8 milioni che sono a serio rischio di entrarci. Si arriva così ad un totale di 14 milioni di Italiani (su un totale di 59 milioni di Italiani) la cui ricchezza è così bassa da porli in condizione di difficoltà parziale o estrema.Poco conforta il fatto che, rispetto allo scorso anno, la quota dei soggetti a rischio povertà sia calata di circa 28.000 unità complessive. Nel panorama territoriale ci sono soprattutto alcune zone che sono definibili ad altissimo rischio (non vi diciamo quali perché è facilmente intuibile).
Povertà e lavoro
Il fenomeno del rischio povertà riguarda soprattutto i disoccupati e i lavoratori che sono precari o sottopagati. Queste categorie infatti hanno alimentato negli ultimi anni la quota dei poveri assoluti, che a partire dal 2005 sono più che raddoppiati di numero, passando da 2,4 milioni a 5,6 milioni.
Nello stesso lasso di tempo i "working poor" sono passati da 10,4 milioni a 8,5 milioni. Quello che apparentemente sembra un calo incoraggiante, in realtà è un dato pessimo, perché va a letto come un passaggio da un'area a rischio alla povertà assoluta.
Un problema sociale
Il problema della distribuzione di ricchezza e dell'aumento della povertà è un vero e proprio dramma sociale. La perdita del posto di lavoro oppure una retribuzione da fame sono un elemento di vergogna per tutti. Occorre quindi creare le migliori condizioni tanto per le imprese (alimentando gli incentivi all'occupazione) quanto per i loro dipendenti, perché la politica dei sussidi può mettere una pezza solo temporaneamente, mentre invece occorrono interventi di carattere strutturale.
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