martedì 12 novembre 2024

Costi per assicurare l'auto sempre più alti: una stangata da 2 miliardi

E' quasi un ritornello che si ripete anno dopo anno, i costi per assicurare la propria auto salgono ancora, e gli automobilisti devono subire senza poter far nulla, visto che sottoscrivere una polizza è un obbligo di legge. Cosa che fa rabbia, accade tutto nonostante gli utili da capogiro che hanno raggiunto le compagnie assicurative.

Il livello dei costi per assicurare l'auto

I conti riguardanti la stangata a danno degli automobilisti li ha fatti il Codacons, mettendo a confronto i dati provinciali Ivass. Secondo l'associazione, il rincaro complessivo per pagare l'assicurazione auto è stato di oltre 2 miliardi di euro (considerate le 32,9 milioni di auto assicurate nel nostro Paese).

Nel periodo che va da inizio 2022 a settembre 2024, le tariffe hanno subito un rincaro notevole. Il prezzo medio è passato infatti dai 353 euro che avevano a gennaio 2022, ai 414 euro registrati a settembre appena passato. Si tratta quindi di un incremento del 17,3%, circa 61 euro per ogni copertura assicurativa.

Situazione eterogenea nelle varie città

L'andamento dei rincari è frutto di una media generale, ma ci sono città (ben 12) in cui l'aumento è stato superiore finanche al 20%.
Il record spetta a Roma, dove i costi per assicurare la vettura sono saliti da 379,7 euro di inizio 2022 agli attuali 483 euro: L'aumento è stato superiore a un quarto (27,2% per la precisione). Tra le città non i rincari maggiori ci sono anche Cagliari (+22,5%, circa 79 euro a polizza), Pordenone (+21,5%), Massa-Carrara e Caltanissetta (+21,3%).

Tuttavia la della polizza più salata è quella degli automobilisti di Prato, dove l'Rc auto in media costa 601 euro, con un rincaro del 19,2% su gennaio 2022. Segue Napoli con 595 euro, anche se l'aumento dei costi di assicurazione nel capoluogo campano sono stati più contenuti (11,6%).

La mappa delle città "migliori"

Le città da considerare virtuose sono quelle dove i rincari non hanno superato il 10%. E sono appena quattro. Si tratta di Reggio Calabria, appena +4,4% (ossia 17,4 euro di rincaro), Cosenza (+7,9%, +24,7 euro) e Catanzaro (+8,6%, +28,7 euro). Tutte in Calabria.
Sempre al Sud si trova la città dove i costi di assicurazione sono i più bassi d'Italia. E' Enna, dove le media per veicolo è 294 euro.

giovedì 7 novembre 2024

Costi di finanziamento, nuova manovra accomodante della Bank of England

Dopo il taglio dei tassi di interesse effettuato nel mese di agosto, il primo dopo quattro anni, la Bank of England decide di effettuare una nuova sforbiciata ai costi di finanziamento. Al termine del meeting di novembre, l'istituto centrale Infatti ha deciso di abbassare i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli così al 4,75%.

La decisione sui costi di finanziamento

Se la scelta di effettuare un nuovo taglio non ha sorpreso i mercati, gli operatori sono rimasti stupiti invece dal numero dei votanti a favore di questa manovra.  

Ben otto membri su nove che compongono il comitato di politica monetaria della Bank of England hanno votato a favore di un taglio dei costi di finanziamento. L'unico membro contrario è stata Catherine Mann, che avrebbe voluto mantenere il livello dei tassi attuale.

Inflazione e crescita

Secondo l'istituto centrale britannico ci sono chiari segnali che la corsa dell'inflazione sta rallentando, come dimostra l'ultimo dato di settembre sui prezzi al consumo (1,7%, il minimo di 3 anni). 

Tuttavia l'istituto centrale ha sottolineato che il budget espansivo che è stato presentato dal Partito laburista potrebbe alimentare la pressione inflazionistica nei prossimi mesi. Per questo motivo ritiene necessario avere un approccio graduale al taglio dei costi di finanziamento. Vero è, tuttavia, che il programma laburista potrebbe spingere il prodotto interno lordo più in alto dello 0,75% nei prossimi trimestri.

Le prossime mosse

Nonostante l'approccio cauto mostrato dalla Bank of England, i mercati finanziari continuano ad aspettarsi altre due sforbiciate ai costi di finanziamento entro la fine del 2025. Una minoranza ritiene possibile che possano addirittura essere tre.

NB. Se volete negoziare la sterlina, non cercate per forza le App trading bonus senza deposito, perché spesso non sono affidabili.

La reazione del mercato

Dopo la riunione dell'Istituto centrale britannico, la sterlina ha guadagnato terreno rispetto al Dollaro. Il cambio GBPUSD è risalito infatti oltre quota 1,29, e sta per disegnare un pattern bandiera flag. Va precisato però che tutto questo accade soprattutto per il rimbalzo del biglietto verde americano che ieri, dopo la vittoria elettorale di Trump, aveva guadagnato notevolmente terreno rispetto alle altre valute principali. Intanto il rendimento dei titoli di Stato britannici a 10 anni oscilla intorno al 4,55%.

martedì 5 novembre 2024

Crediti deteriorati, L'Italia si muove in controtendenza rispetto all'Europa

Il sistema bancario italiano si pone in una posizione di privilegio in Europa riguardo la lotta contro il debito privato. Dall'ultimo rapporto fornito dall'ufficio studi di banca IFIS emerge infatti che in Italia i crediti deteriorati sono in calo, mentre nel resto d'Europa sono cresciuti.

L'andamento dei crediti deteriorati

Nel mese di dicembre che sta per arrivare, l'importo dei crediti deteriorati (quelli che le banche non riusciranno a riscuotere per svariati motivi) è destinato a scendere a 290 miliardi. Rispetto al 2015, anno nero dei non performing exposures (come conseguenza della crisi finanziaria esplosa nel 2009), il calo è di 71 miliardi. Il dato è ancor più eclatante se consideriamo che nel primo semestre di quest'anno l'Europa ha avuto un aumento degli NPE di circa 16 miliardi di euro.

In Europa l'aumento dei crediti deteriorati si deve soprattutto alla Germania, dove gli NPE sono cresciuti di 9,4 miliardi, e alla Francia dove sono cresciuti di 8,8 miliardi. A provocare questa crescita sono le condizioni di incertezza economica e i problemi legati all'inflazione, che hanno aumentato il costo del rischio.

Lo scenario in controtendenza dell'Italia

Se l'Italia invece è riuscita a muoversi in controtendenza riguardo ai crediti deteriorati si deve soprattutto al percorso difficile e faticoso che hanno intrapreso le nostre banche negli ultimi anni, oltre che alle politiche di sostegno alle imprese varate dai governi.  

Il percorso di pulizia di bilancio intrapreso dalle nostre banche ha permesso una riduzione forte del debito privato, con uno stock di NPE che è sceso di 5,1 miliardi di euro tra il primo semestre del 2023 e giugno 2024.

La migliore classificazione dei crediti

Che il sistema bancario italiano goda di una salute complessivamente migliore rispetto ai concorrenti europei emerge anche dall'andamento dei crediti classificati in Stage 2 (ossia quei crediti che hanno un rischio di mancato incasso superiore a quello che avevano al momento iniziale). La riduzione tra il 2015 e il 2024 è stata di 71 miliardi di euro, e diventerà 84 miliardi di euro nel 2026 (complessivamente -23% a livello di sistema).