martedì 26 novembre 2024

Prezzo del caffè Arabica, i futures si avvicinano ai massimi dal 1997

I problemi climatici che stanno incidendo sui raccolti, spingono ancora al rialzo il prezzo del caffé Arabica. A New York la quotazione si avvicina sempre di più al record storico che resiste da 27 anni.

La corsa del prezzo del caffé Arabica

prezzo del cafféAl mercato ICE (Intercontinental Exchange) il prezzo del caffé Arabica è arrivato a toccare i 310 cent/lbs, non lontano dal primato storico che venne registrato nel 1997, a quota 337 US cent/lbs. E' la quarta volta nella storia che il prezzo del caffé supera la soglia dei 300 cent/lbs.

Nelle ultime 4 settimane, il caffè ha guadagnato il 25,06% evidenziando sull'indicatore awesome oscillator una situazione di ipercomprato. Negli ultimi 12 mesi è aumentato del 72,32%.

I problemi climatici in Brasile

Quello che sta incidendo sul prezzo del caffé Arabica sono le importanti interruzioni dell'approvvigionamento nei principali produttori, ovvero Brasile e Vietnam, e le scarse prospettive di raccolto in Brasile. Malgrado le recenti piogge, il clima secco che c'è stato finora ha provocato danni permanenti, con precipitazioni inferiori alla media da aprile che hanno colpito le piante di caffè durante la fase cruciale della fioritura. Questo ha ridotto le prospettive per il raccolto di caffè arabica del Brasile nel 2025/26.

Da ottobre sono tornate le piogge, soprattutto nelle aree del caffè Arabica, che hanno consentito un'eccellente fioritura. Tuttavia non ci sono certezze riguardo al loro effetto sul potenziale produttivo 2025/26. Miglioreranno un po' la situazione, ma di quanto?

NB. Anche il mercato delle commodities può essere analizzato sfruttando la ichimoku cloud strategia, incentrata sulle nuvole "kumo".

Lo scenario sul mercato

Nel frattempo, le preoccupazioni riguardo all'offerta di caffè Arabica sul mercato, stanno spingendo in alto la domanda della variante Robusta, che è di minore qualità ma ha il vantaggio di essere più facilmente producibile, sia perché servono altitudini minori, sia perché le piantagioni sono più resistenti alle malattie e meno vulnerabili ai parassiti.  

Crescono di conseguenza anche i prezzi del Robusta, che hanno raggiunto i massimi dagli anni Settanta e ormai si sono avvicinati a quelli dell'Arabica (va evidenziato che spesso invece il prezzo del caffé Robusta non è stato neppure la metà di quello dell'altra variante).

giovedì 21 novembre 2024

Industria della birra artigianale italiana messa in crisi dal raccolti di orzo

I problemi legati all'andamento del clima, inteso sia come maltempo che come siccità, hanno creato gravi danni ai raccolti di orzo mettendo in crisi l'intera industria della birra artigianale italiana, costretta a importare la maggior parte di materia prima dall'estero.

Il clima incide sulle industrie della birra artigianale

Nel corso di quest'anno, l'assenza di piogge ha diminuito la quantità raccolta di orzo, nonostante la qualità di questa materia prima sia rimasta assolutamente buona. Al tempo stesso, anche le piogge intense hanno provocato dei contraccolpi sulla produzione di questa materia prima, che è fondamentale per l'industria della birra artigianale italiana.

Le ripercussioni dell'andamento climatico sul la resa del settore non sono una novità, ma il 2024 è stato un anno particolare perché ha messo in evidenza come la crisi possa diventare qualcosa di strutturale, riducendo costantemente la resa di orzo delle coltivazioni sul nostro territorio. Il guaio è che tali cambiamenti climatici sono sempre più frequenti e costanti, tanto da mettere a rischio non soltanto la quantità ma anche la qualità delle materie prime necessarie per l'industria della birra artigianale.

La crescita rischia di fermarsi

Questi problemi emergono proprio nel momento in cui il settore si sta consolidando, grazie all'esperienza accumulata negli anni passati. Ad oggi l'Italia è costretta a importare circa il 65% del malto d'orzo di cui ha bisogno. È chiaro quindi che bisognerebbe di incentivare la produzione locale di qualità, attivando misure di sostegno alle aziende che, oltre ai problemi climatici, hanno dovuto affrontare negli ultimi trimestri anche gli aumenti dei costi di produzione (+200%) a causa dell'aumento dell'energia.

I numeri del settore

Bisogna sottolineare che la filiera della birra artigianale esprime un contributo importante al prodotto interno lordo nazionale, Anche perché l'intero comparto registra numeri positivi. 

Sul nostro territorio operano quasi 1200 birrifici ed il settore è in continua espansione. Produciamo circa 48 milioni di litri di birra, tre dei quali sono destinati alle esportazioni, che ha conquistato anche i mercati anglosassoni. Inoltre occupa circa 100.000 persone, ed è chiaro che se l'industria della birra artigianale italiana dovesse andare ancora più in difficoltà, potrebbero esserci forti ricadute occupazionali.

domenica 17 novembre 2024

Investitori, in arrivo nuovi dati macro da USA ed Europa

Dopo un paio di settimane intense, che hanno fatto seguito all'elezione presidenziale negli USA, i prossimi giorni dovrebbero essere relativamente più tranquilli per gli investitori. Ci saranno comunque alcuni dati macro interessanti dagli USA, dall'Europa e qualche riunione di politica monetaria da tenere d'occhio.

Eventi chiave USA per gli investitori

Negli stati Uniti i dati economici avranno il fulcro nei PMI globali S&P flash. Si prevede che il settore manifatturiero resterà in contrazione, anche se a un ritmo più lento, mentre si prevede un’accelerazione della crescita nel settore dei servizi

Gli investitori ascolteranno con interesse le dichiarazioni di diversi funzionari della Federal Reserve. Negli ultimi giorni - soprattutto dopo le parole di Powell - è calata la convinzione che a dicembre la FED taglierà ancora i tassi. Questo ha spinto ancora il dollaro, con l'Index che si è avvicinato a quota 107, rendendo interessante anche adottare strategie di scalping forex 1-5 minuti.

Sul fronte trimestrali, arriveranno i report di grandi aziende come Nvidia, Walmart, Lowe's, TJX Companies, Palo Alto Networks, Intuit, PDD Holdings e Deere & Company.

Appuntamenti in Europa

Nella Eurozona di attende la pubblicazione dei dati Flash PMI. Si prevede che l’attività dei servizi dell’Eurozona crescerà per il decimo mese, mentre la produzione manifatturiera dovrebbe continuare a diminuire. Altri dati chiave includono la fiducia dei consumatori dell’Eurozona, l’inflazione finale e la crescita dei salari.
Inflazione in focus nel Regno Unito, dove si prevede che a ottobre raggiungerà il 2,2%, in linea con la previsione della Banca d'Inghilterra del 2,5% entro la fine dell'anno.

I meeting delle banche centrali

Riunione di politica monetaria in vista per la banca centrale di Turchia, che probabilmente manterrà i tassi di interesse invariati per l'ottavo incontro consecutivo. 

Anche in Cina gli investitori saranno attenti alla decisione della PBoC sui tassi di riferimento sui prestiti, si prevede che resterà tutto invariato dopo i tagli del del mese scorso, poiché la nuova impennata del dollaro USA ha messo sotto pressione lo yuan (il cambio USDCNH ha disegnato una broadening formation megafono) e ha limitato il margine di manovra per una politica più allentata nel continente.
Altrove, si prevede che la Banca d'Indonesia manterrà invariato il tasso BI.

martedì 12 novembre 2024

Costi per assicurare l'auto sempre più alti: una stangata da 2 miliardi

E' quasi un ritornello che si ripete anno dopo anno, i costi per assicurare la propria auto salgono ancora, e gli automobilisti devono subire senza poter far nulla, visto che sottoscrivere una polizza è un obbligo di legge. Cosa che fa rabbia, accade tutto nonostante gli utili da capogiro che hanno raggiunto le compagnie assicurative.

Il livello dei costi per assicurare l'auto

I conti riguardanti la stangata a danno degli automobilisti li ha fatti il Codacons, mettendo a confronto i dati provinciali Ivass. Secondo l'associazione, il rincaro complessivo per pagare l'assicurazione auto è stato di oltre 2 miliardi di euro (considerate le 32,9 milioni di auto assicurate nel nostro Paese).

Nel periodo che va da inizio 2022 a settembre 2024, le tariffe hanno subito un rincaro notevole. Il prezzo medio è passato infatti dai 353 euro che avevano a gennaio 2022, ai 414 euro registrati a settembre appena passato. Si tratta quindi di un incremento del 17,3%, circa 61 euro per ogni copertura assicurativa.

Situazione eterogenea nelle varie città

L'andamento dei rincari è frutto di una media generale, ma ci sono città (ben 12) in cui l'aumento è stato superiore finanche al 20%.
Il record spetta a Roma, dove i costi per assicurare la vettura sono saliti da 379,7 euro di inizio 2022 agli attuali 483 euro: L'aumento è stato superiore a un quarto (27,2% per la precisione). Tra le città non i rincari maggiori ci sono anche Cagliari (+22,5%, circa 79 euro a polizza), Pordenone (+21,5%), Massa-Carrara e Caltanissetta (+21,3%).

Tuttavia la della polizza più salata è quella degli automobilisti di Prato, dove l'Rc auto in media costa 601 euro, con un rincaro del 19,2% su gennaio 2022. Segue Napoli con 595 euro, anche se l'aumento dei costi di assicurazione nel capoluogo campano sono stati più contenuti (11,6%).

La mappa delle città "migliori"

Le città da considerare virtuose sono quelle dove i rincari non hanno superato il 10%. E sono appena quattro. Si tratta di Reggio Calabria, appena +4,4% (ossia 17,4 euro di rincaro), Cosenza (+7,9%, +24,7 euro) e Catanzaro (+8,6%, +28,7 euro). Tutte in Calabria.
Sempre al Sud si trova la città dove i costi di assicurazione sono i più bassi d'Italia. E' Enna, dove le media per veicolo è 294 euro.

giovedì 7 novembre 2024

Costi di finanziamento, nuova manovra accomodante della Bank of England

Dopo il taglio dei tassi di interesse effettuato nel mese di agosto, il primo dopo quattro anni, la Bank of England decide di effettuare una nuova sforbiciata ai costi di finanziamento. Al termine del meeting di novembre, l'istituto centrale Infatti ha deciso di abbassare i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli così al 4,75%.

La decisione sui costi di finanziamento

Se la scelta di effettuare un nuovo taglio non ha sorpreso i mercati, gli operatori sono rimasti stupiti invece dal numero dei votanti a favore di questa manovra.  

Ben otto membri su nove che compongono il comitato di politica monetaria della Bank of England hanno votato a favore di un taglio dei costi di finanziamento. L'unico membro contrario è stata Catherine Mann, che avrebbe voluto mantenere il livello dei tassi attuale.

Inflazione e crescita

Secondo l'istituto centrale britannico ci sono chiari segnali che la corsa dell'inflazione sta rallentando, come dimostra l'ultimo dato di settembre sui prezzi al consumo (1,7%, il minimo di 3 anni). 

Tuttavia l'istituto centrale ha sottolineato che il budget espansivo che è stato presentato dal Partito laburista potrebbe alimentare la pressione inflazionistica nei prossimi mesi. Per questo motivo ritiene necessario avere un approccio graduale al taglio dei costi di finanziamento. Vero è, tuttavia, che il programma laburista potrebbe spingere il prodotto interno lordo più in alto dello 0,75% nei prossimi trimestri.

Le prossime mosse

Nonostante l'approccio cauto mostrato dalla Bank of England, i mercati finanziari continuano ad aspettarsi altre due sforbiciate ai costi di finanziamento entro la fine del 2025. Una minoranza ritiene possibile che possano addirittura essere tre.

NB. Se volete negoziare la sterlina, non cercate per forza le App trading bonus senza deposito, perché spesso non sono affidabili.

La reazione del mercato

Dopo la riunione dell'Istituto centrale britannico, la sterlina ha guadagnato terreno rispetto al Dollaro. Il cambio GBPUSD è risalito infatti oltre quota 1,29, e sta per disegnare un pattern bandiera flag. Va precisato però che tutto questo accade soprattutto per il rimbalzo del biglietto verde americano che ieri, dopo la vittoria elettorale di Trump, aveva guadagnato notevolmente terreno rispetto alle altre valute principali. Intanto il rendimento dei titoli di Stato britannici a 10 anni oscilla intorno al 4,55%.

martedì 5 novembre 2024

Crediti deteriorati, L'Italia si muove in controtendenza rispetto all'Europa

Il sistema bancario italiano si pone in una posizione di privilegio in Europa riguardo la lotta contro il debito privato. Dall'ultimo rapporto fornito dall'ufficio studi di banca IFIS emerge infatti che in Italia i crediti deteriorati sono in calo, mentre nel resto d'Europa sono cresciuti.

L'andamento dei crediti deteriorati

Nel mese di dicembre che sta per arrivare, l'importo dei crediti deteriorati (quelli che le banche non riusciranno a riscuotere per svariati motivi) è destinato a scendere a 290 miliardi. Rispetto al 2015, anno nero dei non performing exposures (come conseguenza della crisi finanziaria esplosa nel 2009), il calo è di 71 miliardi. Il dato è ancor più eclatante se consideriamo che nel primo semestre di quest'anno l'Europa ha avuto un aumento degli NPE di circa 16 miliardi di euro.

In Europa l'aumento dei crediti deteriorati si deve soprattutto alla Germania, dove gli NPE sono cresciuti di 9,4 miliardi, e alla Francia dove sono cresciuti di 8,8 miliardi. A provocare questa crescita sono le condizioni di incertezza economica e i problemi legati all'inflazione, che hanno aumentato il costo del rischio.

Lo scenario in controtendenza dell'Italia

Se l'Italia invece è riuscita a muoversi in controtendenza riguardo ai crediti deteriorati si deve soprattutto al percorso difficile e faticoso che hanno intrapreso le nostre banche negli ultimi anni, oltre che alle politiche di sostegno alle imprese varate dai governi.  

Il percorso di pulizia di bilancio intrapreso dalle nostre banche ha permesso una riduzione forte del debito privato, con uno stock di NPE che è sceso di 5,1 miliardi di euro tra il primo semestre del 2023 e giugno 2024.

La migliore classificazione dei crediti

Che il sistema bancario italiano goda di una salute complessivamente migliore rispetto ai concorrenti europei emerge anche dall'andamento dei crediti classificati in Stage 2 (ossia quei crediti che hanno un rischio di mancato incasso superiore a quello che avevano al momento iniziale). La riduzione tra il 2015 e il 2024 è stata di 71 miliardi di euro, e diventerà 84 miliardi di euro nel 2026 (complessivamente -23% a livello di sistema).