lunedì 5 maggio 2025

Lavoro, numeri deboli in Italia: risale la disoccupazione

Gli ultimi dati forniti dall'istituto nazionale di statistica (Istat) evidenziano una frenata del mercato del lavoro nel nostro paese. A marzo infatti il tasso di disoccupazione è risalito, ed ancora più preoccupante è il dato riguardante la situazione dei giovani.

Gli ultimi numeri sul lavoro

Il report ISTAT relativo al mese di marzo evidenzia che il tasso di disoccupazione è al 6%, con un incremento dello 0,1% rispetto al mese precedente.
Il numero di persone occupate è di 24 milioni e 307mila (pari al 63%), in calo di 16.000 unità rispetto a febbraio. 

Tuttavia su base annua si rileva una crescita dell'1,9% in termini assoluti. Si tratta di 450.000 lavoratori in più, frutto dell'aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi, mentre quelli a termine segnano un calo di 269.000 unità. Durante il mese di marzo c'è stato un aumento dei dipendenti permanenti, mentre c'è stata una discesa rispetto al mese precedente sia dei lavoratori autonomi che dei dipendenti a termine.

Difficoltà per i giovani

La crescita delle unità di lavoro impiegate riguarda soprattutto individui oltre i 35 anni di età, mentre nella fascia compresa tra 15 e 34 anni c'è stata una riduzione. Il tasso di disoccupazione giovanile sale infatti al 19%, con un incremento dell’1,6%, rispetto al mese precedente. Il dato italiano risulta uno dei più alti in Europa, confermando le difficoltà strutturali dell’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Gli inattivi

Il numero degli inattivi, cioè coloro che non hanno un lavoro e neanche lo cercano, è sceso su base annua dell'1,7% (ossia 217.000 unità). Rispetto al mese precedente invece il tasso di inattivi resta sostanzialmente stabile poco sotto il 33%. 
Il calo del numero di inattivi riguarda soprattutto uomini e coloro compresi nella fascia d'età da 35 e 49 anni, mentre aumenta tra le donne e delle altre classi di età (ad eccezione di quella tra 15 e 24 anni che è rimasta stabile). Preoccupa anche questo dato riguardante il mondo femminile, dal momento che alimenta la povertà di genere che è già molto elevata.

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