Calano i consumi di benzina, ma aumentano i prezzi. E qui da noi in Italia continuano ad essere tra i più cari d'Europa. Ecco l'immagine del sistema di trasporto del nostro paese, dove nel corso di 12 mesi i consumi di prodotti petroliferi sono scesi del 6,2%. Ancor più marcato è il calo dei rifornimenti alla pompa, scesi dell'8,7% rispetto a un anno fa. Una piccola parte di questo calo è dovuto alla crescita globale delle auto ibride (3,1% delle nuove immatricolazioni), elettriche (0,1%), GPL e metano (6,5% e 1,5%).
Il prezzo della benzina
Quello che invece continua a crescere è il prezzo della benzina. Se in Europa la media è di circa 1,228 euro al litro, in Italia saliamo di oltre il 25% arrivando a 1,521 euro al litro. Dei prezzi più elevati si registrano solo in quelle economie nordiche dove c'è maggiore ricchezza pro capite: Norvegia, Islanda, Danimarca e Paesi Bassi. Se il dato sul prezzo viene rapportato anche al reddito medio pro capite, allora schizziamo in vetta.
Ad incidere in modo pesante sul prezzo della benzina sono le tasse. C'è un numero di accise in vita da decenni (per motivazioni che ormai non hanno neppure più luogo di esistere, come la guerra in Etiopia o la ricostruzione post-terremoto in Irpinia) che rimangono costanti anche quando il costo della materia prima cala. Per questo motivo anche quando il petrolio è sceso fin verso i 35 dollari al barile, il prezzo della benzina non è sceso mai oltre una certa soglia (1,450 circa).
E allora si comprende bene quel che è successo a Cagliari, dove una catena di Sant'Antonio ha informato la gente che in via Is Maglias si poteva fare benzina e diesel a 1 euro. Al distributore Tamoil infatti per diverse ore è rimasto in vigore il vantaggiosissimo prezzo. Risultato: code lunghissime di automobilisti che non si volevano far scappare l'occasione. Con buona pace del gestore, che quando si è accorto dell'errore è corso a staccare tutto, ma ormai il danno era fatto.
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