Banche e integrazione finanziaria
A testimoniarlo sono gli ultimi dati relativi resi noti dalla BRI (la banca dei regolamenti internazionali), riguardo alla integrazione finanziaria dell’Italia in Europa. Emerge che l’esposizione della banche del resto del mondo verso l’economia italiana è rimasta pressoché immutata nel corso del semestre concluso a fine settembre scorso, pari a 790 miliardi di dollari. Quindi la recessione non ha ridotto l’impegno del sistema finanziario internazionale nel paese.Se è vero che c'è stata una diminuzione di 20 miliardi delle posizioni straniere in titoli di Stato (specie da parte di Spagna e Francia), è altrettanto vero che prima dell'introduzione dell'euro l'Italia riceveva capitali per circa 500 miliardi di dollari in meno. Significa che le banche estere adesso rischiano di più in Italia, sapendo che le somme investite in aziende, progetti e debito del Paese, non verranno "contaminate" dal rischio di continue svalutazioni. La posizione dell'Italia rimane comunque di primo piano, nonostante due crisi del debito in un quarto di secolo e tre recessioni in 10 anni.
Nessun commento:
Posta un commento