martedì 19 febbraio 2019

Mercati, la Consob smaschera altri tentativi di frode

Ogni giorno che passa, nasce sempre un nuovo scammer là fuori nell'etere, e l'autorità italiana di vigilanza dei mercati, la Consob, deve sempre stare in guardia.

La vigilanza sui mercati

Per chi non lo sapesse, lo "scam" è un tentativo di truffa pianificata di solito con l'invio di mail, nelle quali si promettono grossi guadagni in cambio di somme di denaro da anticipare. L'evoluzione più recente dello scamming si indirizza soprattutto verso il mercato del trading online. Persone senza scrupoli che tentano di rubare denaro a uomini e donne di tutto il mondo. E siccome è un continuo nascere e proliferare di questi episodi, la Consob periodicamente deve intervenire.

Questo lunedì l'autorità di regolamentazione dei mercati italiana, ha adottato nuovi provvedimenti contro alcune società che propongono scambi di valute e criptovalute. Società dal nome molto simile a colossi affidabili del mondo finanziario o con i migliori siti trading online affidabili, con i quali però nulla hanno a che vedere.

Ecco gli scammer di questa settimana

Il primo si chiama First BTC FX, che si spaccia per una sussidiaria della First Global UK. In realtà non lo è per niente. Sono truffatori che gestiscono il sito Web utilizzano il numero della Companies House del rivenditore, in modo da darsi una immagine sofisticata. Un altro si chiama Goldman CFD... e non ci vuole molto a capire che prova a sfruttare la somiglianza con la nota compagnia Goldman Sachs. Anche in questo caso non esiste nessuna attinenza tra le due situazioni. Alcuni di questi promettono di offrire segnali di trading gratis sicuri, ma è una bufala. 

Infine c'è la WinCapitalPro, broker con sede nelle Isole Marshall, un paese ampiamente noto per il suo meraviglioso settore dei servizi finanziari. Nella pagina "Chi siamo" di questo broker non c'è nessuna indicazione sulle persone che gestiscono l'intermediazione, e tutto sembra maledettamente simile a un caso analogo di un broker smascherato alle Isole Marshall, che poi si è rivelato essere gestito da un gruppo di ucraini che operavano da Kiev e da un certo numero di altre città nel paese dell'Europa orientale.

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