martedì 23 aprile 2019

Petrolio, il rally non accenna ad esaurirsi. Obiettivo 80 dollari?

Continua la marcia forte del petrolio, che dopo il rally di lunedì ha continuato a battere i nuovi massimi di sei mesi.

La corsa del petrolio

A innescare la marcia dell'oro nero è stata la decisione Usa di imporre a tutti i Paesi, compresi quelli finora esentati, l’embargo sul greggio iraniano. A partire dal prossimo 2 maggio, il Dipartimento di Stato americano non sarebbe infatti più disposto ad ammettere eccezioni nell’import di petrolio da questo Paese. La conseguenza è che chiunque effettuerà ancora delle importazioni dall'Iran, sarà soggetto a sanzioni. Gli USA avevano introdotto nuovamente le sanzioni dopo che il presidente Donald Trump aveva deciso di abbandonare unilateralmente l'accordo sul nucleare sottoscritto nel 2015. L'accordo era stato stipulato tra l’Iran e sei potenze mondiali. Finora Washington aveva concesso a otto Paesi (soprattutto asiatici) il beneficio della esenzione.

Gli altri driver del petrolio

Il sentiment di spinta sul mercato petrolifero è stato ulteriormente rafforzato dopo che l'Arabia Saudita ha accolto con favore la decisione statunitense di revocare le esenzioni dalle sanzioni. Nel frattempo, anche le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Iran sulle sanzioni continuano a creare un clima positivo per il mercato dell'oro nero. Basta guardare i grafici dei miglior broker di trading online autorizzati per rendersene conto. In una prospettiva più ampia, bisogna poi sottolineare che l'oro nero continua a trarre sostegno dai continui tagli OPEC+, dalla recente riduzione a sorpresa delle scorte di greggio statunitensi e dal miglioramento delle prospettive economiche degli Stati Uniti.

La corsa di Brent e WTI sui mercati

La conseguenza è stata l'impennata dei prezzi del petrolio, che si sono spinti su nuovi massimi dallo scorso novembre. Il Brent è volato a 74,5 dollari al barile e lo statunitense WTI ha superato i 66 dollari al barile, con un pattern bandiera trading flag di continuazione. Da gennaio il Brent è salito del 30% mentre il WTI è rincarato addirittura del 40%. Secondo gli analisti peraltro, con le nuove restrizioni potrebbe essere raggiunta quota 80 dollari per il Brent e 70 per la qualità texana del petrolio (WTI).

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