domenica 14 dicembre 2025

Consumi, gli italiani scelgono sempre di più il cibo fresco

Sta cambiando progressivamente il carrello della spesa degli italiani, che virano verso il salutismo. L'analisi dei consumi evidenzia infatti che a tavola si prediligono sempre più spesso i cibi freschi, in special modo quei prodotti che rappresentano la base della dieta mediterranea. 

Come vanno i consumi

Alcuni numeri riguardo l'andamento dei consumi sono stati forniti da Ismea. Nel carrello della spesa c'è il 5% in più di ortaggi freschi, il 7% in più di miele, l'8% in più di uova, mentre pollo, pesce e formaggi aumentano rispettivamente di 6%, 4% e 5%. Aumenta anche il consumo di pane fresco del 5%, ed un lieve incremento lo registra anche la pasta fresca (2%). 

Il prodotto però che in assoluto registra l'aumento maggiore da un anno all'altro in termini di consumi è l'olio extravergine di oliva, con un aumento del 15 per cento.

Dieta mediterranea patrimonio Unesco

L'incremento dei consumi di prodotti freschi è un'ottima notizia, che arriva proprio mentre ancora si festeggia l'anniversario dell'iscrizione della dieta mediterranea nel patrimonio culturale immateriale dell'Unesco (a novembre 2010), e mentre è appena giunto un analogo riconoscimento per la cucina italiana.

La cosa importante comunque è il ritorno all'interno del carrello della spesa dei prodotti freschi, capaci di tornare al centro delle scelte delle famiglie. Tutto questo evidenzia un crescente ritorno di attenzione a quello che si mette a tavola, alla qualità e salubrità dell'alimentazione quotidiana.

Le minacce al made in Italy

Questo scenario arriva però in concomitanza con alcuni fenomeni allarmanti. Due prodotti simbolo del made in Italy e della qualità ed eccellenza della produzione italiana sono sotto attacco. Parliamo del grano e dell'olio d'oliva. Sono in costante crescita le importazioni di prodotti stranieri di bassissima qualità, che oltre a rappresentare un pericolo per la salute dei consumatori, mettono a rischio il lavoro di migliaia di agricoltori italiani.

Come sottolinea Coldiretti, la concorrenza straniera a basso costo fa crollare le quotazioni all'origine, anche perché spesso i paesi di provenienza adottano delle normative estremamente permissive mentre i nostri produttori sono sottoposti a controlli e regole molto più rigide poste a tutela della salute.

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