martedì 21 maggio 2019

Lavoro nelle PA, mancano all'appello almeno 250mila impiegati

Dal mercato del lavoro nel settore pubblico parte un allarme forte: mancano circa 250mila addetti. Questo è il dato che emerge da una indagine condotta dal Forum della Pubblica amministrazione, utilizzando i dati del Conto annuale del pubblico impiego pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato.

Il deficit di lavoro nelle PA

Le figure che mancano all'appello si trovano praticamente in tutti i settori di lavoro. La «dotazione organica ideale» di lavoro di cui ciascuna amministrazione dovrebbe disporre, registra un deficit praticamente in ogni ambito. A partire dalle istituzioni come ministeri, Regioni e Comuni, che hanno il personale agli sgoccioli dopo anni di blocco del turn over. In special modo la situazione è grave per Governatori e sindaci, ai quali mancano all'appello circa un quarto dei dipendenti. Ne hanno 435 mila, gliene servirebbero altri 100 mila in più. I ministeri, 150 mila dipendenti in organico, andrebbero rafforzati con altre 18 mila persone.

Preoccupa la situazione della nostra Sanità, alla quale mancano medici e infermieri. Nel Servizio sanitario nazionale oggi il lavoro coinvolge 647 mila persone tra medici, infermieri e personale amministrativo. Servirebbe un aumento dell'organico di almeno altri 84 mila dipendenti. Ma pure il lavoro nelle scuole chiede aiuto. Mancano professori. Nei corpi di Polizia il deficit dell'organico è pari a 15 mila unità. La metà invece servirebbe alle Agenzie Fiscali.

Rischio 400mila

Complessivamente, il buco di posti di lavoro che c'è nelle nostre amministrazioni pubbliche arriva a 252.982 dipendenti. Peraltro la situazione sembra destinata a peggiorare, se si tiene conto dei pensionamenti che si avranno nel prossimo triennio, nonché dell'accelerazione a questo processo che verrà dato dalla cosiddetta «Quota 100», che vale anche per il pubblico impiego. Secondo alcuni calcoli, la carenza di organico potrebbe arrivare a toccare le 400mila unità, andando a colpire soprattutto alcuni settori già duramente messi alla prova come Regioni e Servizio Sanitario. Cosa fare allora? Investire nel lavoro nelle PA, assumendo subito. Il problema è che l'assunzione di 200 mila giovani costerebbe allo Stato circa 9,7 miliardi di euro. Ce lo possiamo permettere?

Nessun commento:

Posta un commento