venerdì 20 settembre 2019

Bank, ecco un tris di decisioni di politica monetaria

E' stata una giornata ricca di eventi sul fronte della politica monetaria. Nella giornata di giovedì ci sono state infatti le riunioni di Bank of Japan e Bank of England, ma pure dell'istituto centrale della Svizzera (e non solo). 

Le decisioni delle tre National Bank

La Bank of Japan ha lasciato invariati i tassi di interesse ancora una volta, esattamente come prevedevano gli analisti. Tuttavia il governatore Kuroda ha segnalato la possibilità di potenziare il proprio pacchetto di stimolo già in occasione del prossimo meeting a ottobre. Qualcosa quindi si muove. Dopo i verdetti di Fed e BoJ, lo yen mantiene i guadagni accumulati in precedenza mentre il dollaro fatica a prendere slancio, dopo che la FED ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale.

Chi invece non si è allineata al percorso di allentamento monetaria è la Swiss National Bank. Pur ribadendo la propria disponibilità ad intervenire se necessario sul mercato dei cambi, l'istituto elvetico infatti ha mantenuto i tassi invariati a -0,75%, in linea con le attese. La fascia obiettivo per il Libor a tre mesi resta invariata nell'intervallo compreso fra -1,25% e -0,25%. La mossa della SNB ha dato una spinta al franco svizzero, che è stato protagonista di una forte performance nei confronti delle controparti segnando il maggior balzo giornaliero nei confronti del dollaro in un mese.

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Londra dipendente da Brexit

Anche la Bank of England ha deciso di mantenere i tassi di interesse allo 0,75%, così come è stato confermato il piano di acquisto titoli per 435 miliardi di sterline. La decisione è stata presa con il parere favorevole di 9 membri del board su 9. Con la decisione odierna, comunicata al termine della riunione del board della Bank of England (BoE), salgono a 13 i mesi in cui il costo del denaro d’Oltremanica si attesta allo 0,75%. La sterlina - per la gioia di chi fa trading sulle opzioni vanilla - ha fatto registrare una forte oscillazione, toccando i massimi di due mesi contro il dollaro e di oltre 3 mesi contro l'euro. Va però sottolineato che la situazione nel Regno Unito è totalmente incentrata su quello che accadrà sul fronte Brexit.

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