giovedì 26 settembre 2019

Dollaro sui massimi di 28 mesi contro l'euro sui nuovi spiragli nella trade war

Dopo un po' di maretta a seguito delle notizie riguardanti l'indagine di impeachment sul presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il dollaro è rimbalzato con forza toccando il massimo di 28 mesi contro l'euro. A spingere la valuta americana è una nuova ventata di ottimismo su un possibile accordo commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina, ma anche la debolezza che attanaglia la valuta unica.

La trade war spinge il dollaro

Il presidente Trump ha alimentato le speranze di un accordo commerciale dicendo ai giornalisti che gli Stati Uniti e la Cina stanno avendo "conversazioni proficue", e che un accordo "potrebbe accadere prima di quanto si pensi". Trump ha aggiunto: "Vogliono disperatamente concludere un accordo. Potrà accadere prima di quanto pensiate. Sapete perchè vogliono fare un accordo? Perché perdono posti di lavoro, la loro catena di approvvigionamento va molto male e le imprese lasciano la Cina per trasferirsi altrove, anche negli Stati Uniti".

Il dollaro è così schizzato verso il suo massimo da metà del 2017 giovedì nei confronti dell'euro. La coppia EURUSD è infatti scesa a 1,0922.

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Euro molto debole

Va detto che l'euro ha risentito in modo forte della situazione in seno alla Banca centrale europea. Nella serata di mercoledì, il membro tedesco Sabine Lautenschläger ha scelto di rassegnare le dimissioni dal board della Banca, probabilmente in segno di dissenso verso le politiche dell'istituto. Ricordiamo che pochi giorni fa, Draghi ha annunciato un nuovo programma di quantitative easing, che inizierà il prossimo 1° novembre, per fronteggiare un rallentamento economico della zona Euro, che potrebbe trasformarsi in una vera e propria recessione. L'euro sta quindi vivendo una fase di pesantezza (qui è trattato il tema del cambio euro real brasiliano previsioni).

Nel Bollettino economico reso noto dalla Eurotower, si parla di rischi al ribasso per le prospettive di crescita dell'Eurozona. L'indice viene puntato verso le incertezze connesse a fattori geopolitici, alla crescente minaccia del protezionismo e alla vulnerabilità dei mercati emergenti.

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