La mossa della BCE
Mario Draghi ha quindi riarmato il "bazooka". Il piano di stimolo tramite Quantitative Easing riprenderà a novembre a un ritmo di 20 miliardi al mese. La BCE inoltre ha deciso di sforbiciare il tasso sui depositi di 10 punti base, base portandolo da -0,40% a -0,50%. Per sostenere le banche in vista dell'impatto di queste nuove decisioni, e per garantire una adeguata trasmissione della politica monetaria, è stato varato anche il piano di "tiering". La BCE ha inoltre chiarito che i tassi di interesse rimarranno immutati (o anche più bassi), finchè le prospettive di inflazione non si indirizzeranno in modo deciso verso l'obiettivo del 2%.A giustificazione della posizione così fortemente da "colomba", la BCE ha portato i numeri delle stime su crescita e inflazione. La crescita dell'Eurozona pasa a +1,1% e +1,2% per il 2019 e 2020, mentre quelle sull'inflazione non si allontanano dall'1%. Durante la conferenza stampa corredo della decisione, Draghi ha spiegato che i rischi per l’economia dell'Eurozona restano orientati al ribasso per via dell’incertezza geopolitica, della crescente minaccia del protezionismo e delle vulnerabilità dei mercati emergenti.
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