Lavoro autonomo meno accattivante
Anzitutto qualche numero. In Italia il numero di coloro che svolgono attività di lavoro autonomo sono oltre 5 milioni, ovvero il 21,7% della nostra occupazione complessiva. A livello relativo, la Grecia è l'unico paese che ci tiene testa, ma a livello di valori assoluti le due realtà non sono neanche lontanamente paragonabili. Nell'ultimo decennio però, il numero di autonomi nel nostro paese è decisamente calato, perdendo oltre 500mila unità. Il saldo infatti dal 2009 al 2018 è di -5,19%, più o meno la stesso percentuale che ha fatto registrare - in aumento però - il lavoro dipendente nelle sue diverse forme.Il calo del lavoro autonomo non è stata però soltanto una caratteristica italiana. Infatti è avvenuto quasi in tutta Europa, con poche eccezioni come Paesi Bassi, Francia e Regno Unito. Inoltre secondo alcuni studi questa tendenza pare destinata ad accentuarsi in prospettiva.
I giovani e il lavoro autonomo
E' interessante notare come nella popolazione lavorativa più giovane, la percentuale di autonomi rimanga in Italia la più alta rispetto al totale degli occupati (dopo la Grecia). Tuttavia, c'è stato nell'ultimo decennio un calo più accentuato della propensione a mettersi in proprio, sia per colpa della riduzione demografica della popolazione giovanile, sia per le difficoltà di accesso al mercato del lavoro. Per questo i giovani autonomi sono risultati in calo (-31,9%) più di quanto sia accaduto in generale con il numero di occupati tra i 25 e 34 anni, che si è ridotto del 21,4%.Altrettanto interessante è comprendere la motivazione per cui i giovani italiani scelgono il lavoro autonomo anziché dipendente. Il 39% lo fa perché si è presentata "la giusta occasione", il 24,2% perché vuole proseguire un business famigliare già avviato, mentre solo il 10,4%, lo fa perché non ha trovato un lavoro dipendente.
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