La dinamica dello spread nella UE
Stavolta però, proprio la stabilità dello spread è quella che sorprende. Infatti da poco la BCE ha annunciato la ripresa del quantitative easing, ovvero il piano acquisto titoli, che riguarda anche quelli italiani. Eppure mentre il differenziale di rendimento rispetto ai Bund tedeschi continua a calare negli altri paesi, da noi resta fermo. In Portogallo ad esempio c'è stato un calo sui 55 punti base, in Spagna siamo sui 60.Quello che però ha sorpreso di più è il calo deciso dello spread della Grecia, arrivato ai livelli di quello italiano, quando un anno fa era superiore di circa 100 punti. La cosa più sorprendente è che i titoli greci non possono neppure beneficiare della politica di quantitative easing della Bce, giacché il rating dei titoli di Stato ellenici è inferiore al minimo regolamentare.
Ma allora perché i mercati sembrano considerare i nostri titoli di debito più rischiosi? Sostanzialmente per tre fattori.
Grecia e Italia a confronto
Il primo riguarda le finanze pubbliche. La Grecia ha realizzato un aggiustamento di bilancio molto sostenuto, che ha portato il saldo primario da -2,1% nel 2015 a +4,4% lo scorso anno. Il calo del debito pubblico greco alleggerisce anche il costo per interessi. L'Italia invece è l'unico paese dell’area euro con un debito pubblico che continua a crescere, e il pagamento degli interessi sul debito (3,5% del Pil) supera il tasso di crescita dell’economia, mettendo a rischio la sostenibilità del debito.In secondo luogo, il rating italiano è migliore di quello greco (BBB contro BB), ma il nostro outlook è negativo e il loro positivo, questo significa che i due rating potrebbero invertirsi a breve termine. Tale rischio pesa in modo determinante sullo spread italiano. Infine, la crescita economica greca mostra segnali forti, malgrado la lunga recessione che l'ha colpita. Il PIL lo scorso anno è cresciuto del 2,4%, tre volte meglio dell’Italia. La svolta c'è stata, mentre in Italia no.
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