L'ultima fotografia del mercato del lavoro in Italia scattata da ISTAT, racconta che da noi ci sono circa 2,5 milioni di di lavoratori stranieri, pari al 10,6% del totale degli occupati. Il loro contributo al nostro PIL (Prodotto Interno Lordo) è pari a circa il 9%, visto che generano una ricchezza pari a 139 mld.
I numeri del lavoro straniero in Italia
L'incidenza dei lavoratori stranieri è passata dal 7,9% del 2009 a 10,3% del 2014, per poi stabilizzarsi negli ultimi 5 anni. Rispetto a una decina di anni fa, si sono ridotti i permessi per lavoro di quelli che giungono in Italia. Sono infatti passati da 360 mila del 2010 a meno di 14 mila del 2018 (-96%). Il più delle volte l'arrivo infatti è riconducibile a motivi umanitari.Complessivamente, il numero di stranieri che lavora nel nostro paese è leggermente superiore a quello dei disoccupati italiani (2,4 milioni), con un tasso di occupazione pari al 61,2% nel 2018. L'equivalenza del numero di immigrati impiegati e dei disoccupati italiani, li fa erroneamente percepire come una "minaccia". Ma è una distorsione dei fatti perché gli occupati stranieri e quelli italiani infatti svolgono lavori diversi, che il più delle volte complementari tra loro.
Qualifiche e mansioni
Gli stranieri sono impiegati in prevalenza nei settori molto esposti alla crisi, come l'edilizia, la ristorazione e l'agricoltura. Proprio per questo sono quelli che hanno maggiormente risentito della crisi. Hanno titoli di studio meno elevati, e il divario si è ampliato nell'ultimo decennio. La quota di coloro che possiedono un titolo di studio almeno secondario superiore si è molto ridotta. E' rimasta molto bassa la quota di quelli che hanno una laurea.Questa situazione si riflette nel tipo di lavoro che si trova, visto che soltanto il 29% degli stranieri è impiegato in professioni qualificate e tecniche. Le principali mansioni sono nel lavoro domestico e nei servizi alla persona.
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