È cominciata una nuova ottava per il mercato azionario del vecchio continente. Si è trattato di un avvio con la marcia indietro.
A pesare sull'umore degli investitori ci sono le notizie in arrivo dalla Cina, dove la recrudescenza del Covid fa temere che Pechino possa ripristinare delle misure restrittive più pesanti.
Al tempo stesso il mercato azionario vive l'attesa di conoscere i contenuti dei verbali della Federal Reserve e della BCE che verranno resi noti in questi giorni.
Il bilancio del mercato azionario
Al suono della campanella di questo lunedì, Milano accusa discrete perdite. Sul listino Lombardo si è sentito anche l'effetto dello stacco di numerose cedole da parte di alcuni gruppi principali.Il mercato azionario italiano ha chiuso con l'indice FTSE MIB in perdita dell'1,29% a quota 24.356 punti.
Giornata negativa anche per gli altri listini del vecchio continente. Chi adotta una strategia price action DAX ha visto l'indice tedesco chiudere in rosso di 0,36%, mentre il CAC di Parigi ha ceduto lo 0,15%. Perdite moderate per Londra (-0,08%) mentre Madrid è l'unica Piazza che ha chiuso in rialzo (+0,81%).
I movimenti degli investitori
Sul mercato azionario milanese sono stati scambiati titoli per un controvalore pari a 2,42 miliardi di euro, con un incremento del 25,89%, rispetto al livello di venerdì.
I volumi scambiati invece sono saliti a 0,66 miliardi di titoli, rispetto a 0,56 scambiati nella giornata di venerdì.
I singoli titoli
Gli acquisti hanno premiato sul mercato azionario soprattutto Inwit (+1,30%), ma sono andati bene anche UniCredit (+1,24%), Stellantis (+0,92%) e Banco BPM (+0,92%) che ha disegato una candela shooting star pattern.
Giornata negativa per Saipem che ha perso il 5,7%, a causa soprattutto del forte calo del prezzo del petrolio. Male anche Eni -5,24%.
Gli altri mercati
Come abbiamo detto, la giornata si è caratterizzata soprattutto per il forte calo del prezzo del petrolio non solo per timore di un calo della domanda cinese ma anche per la notizia pubblicata da Wall Street Journal di un possibile aumento dell'output da parte dell'Opec+.
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