martedì 1 novembre 2022

Costo dell'elettricità: in Italia le imprese pagano +70% rispetto alla Francia

Confcommercio-Nomisma hanno fatto un'analisi del costo dell'elettricità per le imprese italiane, evidenziando una nettissima differenza rispetto al conto che devono pagare i "colleghi" spagnoli e soprattutto francesi.

I conti del costo dell'elettricità

Secondo questa indagine, i nostri alberghi, bar, ristoranti e negozi pagano - a parità di consumi e di potenza impegnata - un conto superiore mediamente del 27% rispetto alle imprese spagnole. Questo importo arriva addirittura a quasi il 70% in più rispetto alle colleghe francesi.

Il divario si riduce - ma resta forte - per le imprese non alimentari. Pagano infatti circa l'11% e il 16% in più rispetto a quelli spagnoli e francesi.

I motivi di questa differenza

Ma perché c'è questo enorme divario riguardo al costo dell'elettricità? Essenzialmente è dovuto alla mancata diversificazione di fonti energia e fornitori. Nel corso degli ultimi anni abbiamo avuto tante occasioni per farlo, ma ci sono stati troppi 'no' politici e troppa burocrazia a frenare ogni passo.

Va peraltro aggiunto che il caro energia non colpisce solo in modo diretto le nostre imprese, ma anche in modo indiretto. Infatti a causa dell'inflazione energetica, le famiglie hanno perso 77 miliardi di potere di acquisto nei soli primi sei mesi del 2022. Di conseguenza hanno dovuto anche stringere la cinghia dei consumi, soprattutto quelle meno abbienti.

Il divario di spesa tra Paesi

Quello che lascia sbalorditi è che, rispetto a Spagna e Francia, l'Italia ha anche speso più risorse per far fronte ai rincari energetici. L'Italia infatti è il primo paese europeo, avendo speso quasi 60 miliardi per sterilizzare il caro-bollette. Praticamente il doppio di quanto stanziato dalla Spagna (31,6) e poco più rispetto alla Francia (51,4 miliardi).

Ricapitolando: abbiamo speso più degli altri per ridurre il costo dell'elettricità, ma la paghiamo comunque di più. E' evidente che qualcosa non ha funzionato.
E qui torniamo al punto poc'anzi detto: la mancata diversificazione delle nostre fonti di energia e dei nostri fornitori negli ultimi decenni.

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