La produzione di ortofrutta italiana da sempre è apprezzata all'estero per la sua ricchezza e la sua genuinità. Non c'è da stupirsi quindi se le esportazioni di alcuni prodotti ortofrutticoli ci vedono nettamente in posizione di leadership.
I dati sulle esportazioni
In base a un report del Centro Studi Divulga emerge che i flussi commerciali del settore ortofrutticolo europeo vedono l'Italia in testa alla classifica per volume di esportazioni di alcuni prodotti.Si tratta della conserva di pomodoro (2,1 milioni di tonnellate), dell'uva (463mila tonnellate), dei kiwi (26 8mila tonnellate) e delle nocciole sgusciate (38 mila tonnellate). Siamo leader perché siamo più apprezzati.
Ma siamo sul podio dei maggiori esportatori anche per quanto riguarda le mele, dove ci supera soltanto la Polonia. Stesso discorso vale per i cocomeri, dove siamo preceduti soltanto dalla Spagna. Siamo al terzo posto per quanto riguarda le esportazioni di insalate, mentre al quinto posto per quanto riguarda le arance.
Sono messi discretamente anche per le pere, i cavolfiori e broccoli.
Le spine del mercato
Ci sono però anche delle spine nel mercato dell'ortofrutta italiano. In un mondo che è cambiato sia internamente che esternamente, il settore deve fare i conti con l'incremento dei costi di produzione, in special modo quelli energetici, e con le difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime.
Anche con la crescita dell'inflazione, che ha finito per ridurre i consumi, ed infine con l'andamento anomalo del clima, che è sempre più spesso si trova a fare i conti con situazioni di siccità e lunghi periodi in cui le temperature sono sopra la media.
Tutti questi fattori finiscono per ridurre i margini delle imprese ortofrutticole, creando un problema di liquidità che ovviamente incide sugli investimenti che sono la base per poter rimanere con successo sul mercato.
Nessun commento:
Posta un commento