Uno dei maggiori problemi che riguarda le donne lavoratrici e quello di conciliare le esigenze familiari con il proprio lavoro. Questo problema è reso assai evidente da un dato recente: ben 44000 mamme lavoratrici hanno presentato le proprie dimissioni nel corso del 2022.
L'addio volontario al posto di lavoro
Il dato è stato reso noto dall'ispettorato nazionale del Lavoro nei giorni scorsi. Su oltre 61mila dimissioni che sono state convalidate lo scorso anno (aumento del 17,1% rispetto al 2021) quasi il 73% ha riguardato le donne.Tra queste inoltre la grande maggioranza sono mamme, che hanno indicato come causa delle proprie dimissioni proprio la difficoltà di conciliare la vita privata familiare, la cura dei figli e il proprio lavoro.
Che ne faccio dei figli?
Il problema principale per molte di queste neo-mamme riguarda la impossibilità di lasciare i figli alle cure di qualcuno. Molte non hanno parenti di supporto, altre non possono permettersi una baby-sitter (che comunque hanno un bel costo), e molte altre hanno visto respingere la domanda di accoglimento all'asilo nido (altro problema annoso, visto che i posti sono sempre più ridotti).
Ma ci sono anche ragioni che riguardano le condizioni di lavoro. L'organizzazione sul proprio posto di impiego non è tale da favorire la conciliazione con le incombenze familiari, vuoi per la distanza, vuoi per gli orari, vuoi per le stesse condizioni particolarmente pesanti (prima non a caso il 92% delle dimissioni convalidate riguardano la qualifica di impiegato o operaio).
Per gli uomini è tutto diverso
Quello che risulta eclatante dal rapporto del INL è che per gli uomini lo scenario è notevolmente diverso. Le dimissioni per la inconciliabilità con gli obblighi familiari sono soltanto il 7%, mentre nell'80% dei casi le dimissioni vengono presentate perché si è deciso di passare ad un'altra azienda (motivazione che viene indicata solo dal 24% delle lavoratrici donne).
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