domenica 11 agosto 2024

Lavoro e intelligenza artificiale, il tema continua a dividere (...e i fatti non aiutano)

Viviamo in una società sempre più incentrata sulla tecnologia, ed in particolar modo avanza costantemente il ruolo dell'intelligenza artificiale. Questo continua ad alimentare i dibattiti circa l'impatto sul mondo del lavoro di questa rivoluzione tecnologica incessante.

La IA e i riflessi sul mercato del lavoro

Il dibattito viene condotto da due posizioni per molti versi diametralmente opposte, ma che poggiano su argomentazioni ugualmente valide.

Chi sostiene la rivoluzione della IA, evidenzia che il suo impatto sul mercato del lavoro sarà molto relativo. I vantaggi dell'automazione di quei compiti ripetitivi si legano anche alla riduzione degli errori umani, senza tralasciare la funzione di supporto H24 e le più efficienti capacità di monitoraggio delle condizioni di lavoro. Quindi sono tanti e importanti i benefici per la salute e la sicurezza dei dipendenti.

Le argomentazioni di chi è contro...

Chi è contrario alla rivoluzione tecnologica legata all'intelligenza artificiale, dà maggiore enfasi sui pericoli legati al sempre più massiccio utilizzo dell'IA. Il primo fra tutti è senza dubbio la sostituzione del lavoro umano con quello fatto dai computer. In sostanza, l'intelligenza artificiale finirà per creare possibilità occupazionali per chi sa quanti lavoratori.

Un caso concreto che fa discutere

È evidente che il tema dell'intelligenza artificiale non mette ancora tutti d'accordo. E neanche gli esempi concreti servono a ridurre le distanze tra sostenitori e oppositori. Il timore più grande è che la rivoluzione tecnologica venga utilizzata come pretesto per effettuare massicci tagli al personale per ragioni puramente economiche e di profitto.

Un esempio eclatante è stato quello del colosso dei videogiochi Keywords Studios, che ha deciso di tagliare una parte della forza lavoro nonostante il settore videoludico stia continuando a crescere. L'azienda americana ha parlato di necessità organizzative legate ai risultati in calo. Ma credere a questa versione, visto che parliamo di un'impresa da 2,3 miliardi di euro, risulta complicato. Il sospetto dei sindacati è che dietro il pretesto di facciata, si nasconda da semplice esigenza di tagliare i costi il più possibile per aumentare la redditività e quindi l'appeal sul mercato della società.

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