Sta per cambiare qualcosa nel mercato del caffé, anzitutto a livello di prezzi. Questione di clima e di miscele. Andiamo per ordine. Il fattore meteo gioca un ruolo sempre importanti per quanto riguarda la produzione di chicchi, che a causa della siccità in Brasile e del passaggio di El Nino in paesi come Vietnam e Indonesia, hanno avuto un drastico calo. A causa di ciò, il prezzo è di conseguenza aumentato. Questo inevitabilmente si ripercuoterà anche sul prezzo della tazzina al bar, destinato inevitabilmente a salire.
Il lato positivo che bilancia l'aumento dei prezzi
Tuttavia c'è anche un aspetto positivo. La ripercussione dei climi ha avuto un effetto differente sulle diverse qualità di caffé.Quelle più a basso costo, ovvero la variante robusta (che rappresenta circa il 35% delle vendite complessive nel mondo), hanno avuto una impennata. A Londra infatti una tonnellata di robusta si vende a 2.241 dollari. Circa l'70% in più rispetto a un annetto fa.
Meno forte è stato l'impatto sulla variante arabica, quella di maggiore qualità, che durante l'ultimo anno è salita a 3,28 dollari al chilo, circa il 30% in più. Inoltre l'arabica ha avuto un surplus produttivo notevole, grazie alle annate eccezionali per Brasile, Honduras e Colombia.
Questo significa che se la tazzina di caffè sarà più cara, almeno la composizione della miscela è destinata a diventare di maggiore qualità, per via di un sempre maggiore utilizzo della componente arabica a scapito della più modesta robusta.
Alla fine quindi si spenderà qualche centesimo in più per il caffé al bar, ma almeno ce lo potremo gustare alla grande.
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