Guai a pensare che il dollaro rimarrà ancora a lungo in declino sul mercato valutario. Certo il suo fascino si è parecchio offuscato negli ultimi mesi, ma ci sono alcuni fattori che fanno pensare che il peggio sia passato.
Lo stato attuale sul mercato valutario
Al momento della scrittura, il Dollar Index - che misura l'andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di altre valute - viaggia vicino a 98,1. I trader aspettano i nuovi dati sul mercato del lavoro, che potrebbero plasmare le prospettive dei tassi di interesse. Attualmente gli operatori del mercato valutario scontano quasi il 98% di possibilità che la Fed tagli i tassi di 25 punti base alla fine del mese.
Declino finito?
Non c'è dubbio che le mosse di Trump hanno inciso in modo fortissimo sull’andamento del dollaro. Lo scontro frontale con il mondo intero sul tema dei dazi, il modo di affrontare le turbolenze geopolitiche e alcune scelte interne che mettono pressione alla Fed hanno creato una grande instabilità anche sul mercato valutario. Tuttavia, una parte del differenziale di credibilità tra Stati Uniti ed Europa, alla base della debolezza del dollaro fin dal Liberation Day, appare già incorporata nei prezzi.
NB. Quando si negozia il dollaro sul mercato valutario, si può usare efficacemente lo stocastico lento veloce full.
Il rapporto con l'euro
In special modo è il rapporto con l'euro che potrebbe cambiare nei prossimi mesi. In diversi Paesi del vecchio continente sono emerse delle forti fragilità politiche e fiscali, che finiscono per pesare sul sentiment. Molti indicatori che anticipano il trend sembrano preannunciare qualche difficoltà. Senza dimenticare che la questione russo-ucraina potrebbe nuovamente innervosire il mercato valutario finendo per spingere nuovamente gli investitori a rifugiarsi nel dollaro.
Il biglietto verde, sia pure con una credibilità ridotta rispetto al passato, non ha ancora alternative concrete come bene rifugio.
I dazi e gli effetti sul deficit USA
Un altro fattore cruciale sono i dazi. Se Trump dovesse vincere la battaglia legale su questo tema, gli Stati Uniti potranno incassare risorse significative che sarebbero sufficienti a bilanciare l’aumento del deficit generato dal cosiddetto One Big Beautiful Bill. ciò servirà ad attenuare i timori del mercato valutario sulla sostenibilità dei conti pubblici americani.
Questo scenario fa pensare che, se nel breve termine il cambio tra euro e dollaro vivrà una fase articolata, nel lungo orizzonte è atteso un ritorno in area 1,10-1,12. Il dollaro, nonostante tutto, resta centrale negli equilibri globali sul mercato valutario.
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