Cosa significa questo? Che dovremmo spaventarci di fronte all'ipotesi di una nuova ondata di crisi. Dieci anni fa potevamo agire sul debito, oggi sarebbe molto più difficili. L'onda d’urto di un nuovo grave shock finanziario rischierebbe di essere molto pesante da gestire.
Il rischio di una nuova crisi
E qui il Sole24Ore s'è posto una domanda: esiste in qualche settore finanziario il pericolo che possa esplodere una nuova crisi? Qualche situazione a rischio c'è.A marzo il livello dell’indebitamento delle carte di credito revolving, negli Stati uniti ha superato i 1.000 miliardi di dollari. Non è mai stato così alto nella storia. La stessa soglia è stata varcata anche per i prestiti per l’auto (peraltro si tratta di una misura alla quale gli analisti guardano con interesse, visto che è molto sensibile alla categoria subprime).
Va però anche sottolineato che parliamo di un rischio subprime 2.0 ancora molto contenuto, visto che il livello di indebitamento medio delle famiglie è sceso al 72% del Pil. Inoltre va anche detto che il grosso del debito pubblico è detenuto dalle banche, e che le regole per operare sui mercati finanziari si sono fatte molto più stringenti.
Tutto questo fa capire che sebbene il livello di allarme sia ancora basso, comunque occorre tenere gli occhi ben aperti.
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