La vicenda della vendita del posto di lavoro
A far emergere l'episodio è stata una denuncia della famiglia del ragazzo, un giovane di 24 anni. Ma non perché sia stato vittima dell'estorsione, bensì perché essa non è andata a buon fine. Infatti dopo essere stato effettivamente assunto con un contratto di prova, due giorni prima che questo scadesse era stato licenziato.La famiglia ha così deciso di presentare un esposto contro i due soggetti che avevano architettato tutto.
Il primo è un sindacalista della Fismic, Vincenzo Mauriello. Il secondo invece era un dipendente, Matteo Giantomaso, che aveva fatto da intermediario tra la famiglia del ragazzo disoccupato e il sindacalista.
Il gip di Foggia però in un primo momento aveva archiviato l'indagine. Sarebbe finito tutto sotto silenzio, se il vescovo di Melfi, monsignor Todisco non avesse denunciato la situazione che si vive attorno allo stabilimenti di Mefli. L'aveva detto chiaro e tondo: "nell’indotto auto di Melfi c’è chi vende un posto di lavoro per 5.000 euro". Partendo da questa frase, i genitori del ragazzo hanno prima contattato il vescovo, e poi deciso di fare esposto in Procura.
I due ex dipendenti erano già stati sospesi qualche giorni fa, per via del fatto che non avevano informato l'azienda dell'esistenza di un procedimento a loro carico, sebbene - come abbiamo detto- fosse stato archiviato. Ed a proposito dell'archiviazione, l'avvocato del ragazzo ha fatto sapere di aver fatto ricorso in Cassazione proprio contro l'incredibile archiviazione.
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