Del resto sono monetine che non vengono accettate dai parcometri, dai distributori automatici, dai caselli autostradali e che vengono ricevute dai consumatori come resto, senza poi riutilizzarle. Nei fatti quindi si tratta di una produzione in perdita. Secondo uno studio della Commissione europea, il 70% di queste monetine non circola. Il restante 30% non basta ad ammortizzare il valore di produzione.
Cosa accadrà dopo l'addio alle monete da 1 e 2 cents
Non c'è quindi dubbio che la scelta di eliminarle sia positiva. Meno le conseguenze.Cosa succederà dopo questo addio? Per evitare che possano esserci delle speculazioni, la norma prevede che ci sia un arrotondamento al multiplo di 5 più vicino. Significa che se il prezzo di un bene oggi è 1,23, l'anno prossimo diventerà 1,25. Se il presso è 1,22, invece scenderà a 1,20.
L'impatto della norma sarà monitorato dal Garante dei prezzi che dovrà riferire su base semestrale al Mef le eventuali anomalie che saranno segnalate all'Antitrust. La misura andrà comunicata alla Bce entro un mese dall'entrata in vigore.
La decisione di tagliare le monetine da 1 e 2 centesimi non incontra però il parere positivo del Codacons, ovvero l'autorità a garanzia dei consumatori. Il motivo è che si ha la pressoché assoluta certezza che ci saranno degli arrotondamenti selvaggi dei prezzi al dettaglio con conseguente incremento dei listini. "Il previsto monitoraggio da parte del Garante dei prezzi non servirà assolutamente a nulla", sostiene il presidente di Codacons, Carlo Rienzi.
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