Il lavoro che chiama ma nessuno risponde
Molti dei marchi più prestigiosi del "made in Italy", nel prossimo lustro potrebbero aver bisogno di circa 236mila figure professionali. Ma si stima che circa due terzi di essi non sono reperibili sul mercato del lavoro. Manca il personale qualificato di alto livello. Il problema attraversa in modo trasversale molteplici settori. Dal design al settore alimentare, dall’automotive alla moda. Servirebbero profili tecnici e professionali, progettisti, meccatronici, tecnici della vinificazione, guide enogastronomiche; pellettieri, tessitori, sarti, ecc ecc.Le scelte scolastiche sbagliate
Il problema riguarda le scelte formative dei ragazzi. Il 65% circa di essi dopo la scuola decide di frequentare un liceo, solo il 30% si indirizza verso un istituto tecnico, e appena il 15% sceglie un istituto professionale. Eppure il mercato del lavoro richiede tutt'altro. Il mercato del lavoro collegato alla formazione liceale è da tempo ingolfato, mentre le categorie quelle tecniche e professionali hanno continuo bisogno di lavoro. Eppure da noi certe attività vengono viste come meno attraenti.Riguardo alla formazione scolastica c'è un dato eclatante: in Italia gli iscritti agli istituti tecnici superiori sono appena 10mila, in Germania circa 880mila, mentre in Francia 240mila. Ecco perchè molte aziende hanno già creato al loro interno laboratori di istruzione e apprendistato per formare in casa i propri professionisti del futuro. Altre hanno avviato percorsi di collaborazione stretta con gli istituti tecnici e professionali. Ma è chiaro che occorre un tavolo di lavoro istituzionale sul tema della formazione, nonché campagne di comunicazione per sensibilizzare e raccogliere contributi e interventi.
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