Chissà se Jerome Powell, quando lascerà il proprio posto a capo della FED, si sentirà più triste o più sollevato. Gli ultimi mesi alla guida della banca centrale USA sono stati un tormento, non solo per le decisioni difficili che l'istituto ha dovuto prendere, ma perché ha dovuto lavorare tra minacce e insulti del presidente Trump.
La sua colpa? Non aver obbedito al presidente che chiedeva tagli immediati e robusti ai tassi di interesse (Trump vuole riportarli all'1%, mentre ora sono nella forchetta tra il 4,25% e il 4,5%).
Il cambio al vertice della banca centrale USA
Tra qualche mese il problema non sarà più suo. Il mandato di Powell come presidente scadrà a maggio 2026, e la corsa alla successione è già aperta.La selezione dei possibili candidati è stata fatta dal Segretario al Tesoro Scott Bessent, pescando tra ex alti funzionari della banca centrale e personaggi di spicco di Wall Street.
L'elenco è stato diffuso da CNBC, che ha individuato i tre candidati con le maggiori possibilità di spuntarla.
I nomi più gettonati
Il primo nome per succedere a Jerome Powell è quello dell'attuale presidente del Consiglio economico nazionale, Kevin Hassett. Il secondo è l'ex governatore della Fed Kevin Warsh, mentre il terzo è l'attuale governatore della Fed Christopher Waller.
Nella corsa al trono della banca centrale USA ci sono però anche altri outsider, come David Zervos, capo stratega di mercato di Jefferies, oppure l'ex governatore della Fed ed ex presidente del Consiglio economico nazionale Larry Lindsey, o anche il responsabile delle obbligazioni di BlackRock, Rick Rieder. Gli altri candidati nella lista sono l'attuale vicepresidente della Fed, Michelle Bowman e Philip Jefferson, Lorie Logan, capo della Fed di Dallas, James Bullard, ex capo della Fed di St. Louis, e Marc Sumerlin, ex consigliere economico del presidente George W. Bush.
Un compito scomodo
Chiunque vincerà la volata al posto di timoniere della banca centrale USA avrà comunque un compito complesso. Non solo per le sfide che l'attendono sul piano economico, ma anche perché dovrà gestire il rapporto con il vulcanico Trump. Il presidente ha criticato Powell durante tutto il suo secondo mandato, già tempo prima di tornare alla Casa Bianca. Da presidente però, oltre a minacciare di licenziarlo, gli ha riservato anche alcuni insulti come "imbecille" e "idiota".
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