Capitali nascosti alle tasse
Per rendere meglio l'idea della cifra di cui stiamo parlando, basta pensare che essa corrisponde all'8,7% del Pil del nostro Paese. Soldi che ovviamente vengono nascosti alle tasse. Va inoltre precisato che i dati resi noti riguardano le sole ricchezze liquide, ovvero depositi bancari e attività di portafoglio. Invece non vengono presi in considerazione tutti gli altri beni immobili, e i beni mobili come opere d'arte, polizze vita, le criptovalute e contanti.Brutta abitudine europea
La brutta abitudine di nascondere all'estero i propri capitali non è solo italiana. In quasi tutta Europa i governi sono alle prese con il problema di chi è solito stipare ricchezze nei paradisi fiscali. In Germania ad esempio sono stati stimati circa 331 miliardi di euro, seguita dalla Francia con 277 miliardi di euro, e dalla Gran Bretagna con 218 miliardi di euro. L'Italia è al quarto posto.La lotta all'evasione
La cosa positiva è che gli italiani hanno portato sempre meno denaro nei centri offshore. Infatti nel 2001 l'importo raggiungeva in dollari la somma di 216,9 miliardi, ma nel 2013 era giunto a 167,1 miliardi di dollari. L'andamento ha mostrato ulteriori discese fino ai 163,4 miliardi di dollari nel 2015 e 149,8 nel 2016, importo che corrisponde poi ai 142 miliardi se si converte la cifra in euro. Nella Legge di Bilancio 2020 il Governo Conte bis dichiara guerra all'evasione fiscale, e intanto la Commissione Europea illustra un quadro molto interessante che riguarda la fuga di capitale verso centri offshore.Ribadiamo che stipare capitali all'estero significa anche provocare un ammanco dalle casse dell'erario. Meno introiti da tasse. Per questo la battaglia per contrastare il fenomeno è uno dei cardini della Commissione Ue, che ha rilevato un miglioramento delle strategie adottate dai contribuenti per evadere il fisco, perfezionando le capacità di acquisire partecipazioni offshore nascoste.
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