La
Commissione Europea ha deciso di lanciare un
programma di investimenti importanti per lo sviluppo dell’
intelligenza artificiale e della blockchain. Il programma comincerà a partire dal 2020, e metterà sul piatto ben
100 milioni di euro per sostenere startup e PMI innovative.
A cosa serviranno questi investimenti
Gli investimenti della UE saranno
focalizzati sulla evoluzione e sulla crescita, prescindendo dalla ricerca e sulla concretizzazione di “proof of concept”. Lo scopo che si vuole raggiungere è quello di
trasformare il Fondo in un catalizzatore ad effetto leva, così da
stimolare gli investimenti privati nel settore. Si parla di oltre 300 milioni, che potrebbero giungere grazie ad accordi di collaborazione con le banche.
Attualmente infatti,
le società che investono nella tecnologia blockchain in Europa sono davvero poche, e si limitano ad alcuni fondi chiusi di
venture capital. Questo costringe
molti imprenditori a chiedere finanziamenti dagli Stati Uniti, ed in tal modo chi ci perde è la UE, dal momento che si provoca una perdita di opportunità e di potenziale crescita economica che queste tecnologie comportano.
Chi investe di più nel settore
Allo stato attuale
chi effettua maggiori investimenti in tecnologia blockchain sono gli USA. Parliamo di circa 1,1 miliardi di dollari di finanziamenti per l'industria.
L'Europa è seconda, ma molto distanziata visto che spende poco più della metà: 674 milioni (in dollari).
Il terzo posto spetta invece alla Cina, con un investimento di 319 milioni di dollari USA.
La posizione della UE
Finora l'Unione Europea ha promosso
diverse iniziative per promuovere l’innovazione blockchain all'interno della comunità. Ci riferiamo al lancio dell’
Osservatorio e Forum Blockchain (avvenuto a febbraio 2018), all’istituzione dell’European Blockchain Partnership (EBP, aprile 2018) e il lancio dell’INATBA (International Trusted Blockchain Application Association, inizio 2019). Il sostegno UE a progetti pilota e iniziative per la ricerca nella blockchain, si è
rivolto in particolare a progetti centrati su cybersicurezza (26%) e IoT (22%), seguiti da progetti in ambito sanitario (19%).
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