Il tracollo dell'economia USA
Il coronavirus ha segnato così la fine del lunghissimo periodo di crescita senza freni, che ha fatto seguito all'altra crisi, quella del 2008-09. All'epoca la discesa in picchiata del PIL su peggiore (gennaio-marzo 2008 a -8,4%), ma oggi come oggi tutti sanno che il peggio deve ancora arrivare. Le stime, benché pessime, saranno aggiornate al ribasso. Secondo Goldman Sachs si potrebbe arrivare sul -8,25%. Un dato molto simile a quello durante la crisi dei mutui subprime.I dati non danno scampo: l'economia USA ha un "appuntamento" con la recessione tecnica. Arriverà di sicuro nel secondo trimestre. Le previsioni infatti parlano di un crollo dell'economia del 30%, come in Grande depressione.
Come sarà la ripresa
Se non c'è dubbio che il crollo sarà rovinoso, bisogna capire come sarà la risalita. Se avrà la forma di una V oppure sarà molto lenta e graduale. Di sicuro l'era della retorica roboante del "great again" di Donald Trump è finita. Lo dice il 20% di disoccupati previsti per aprile. Lo dicono i 3mila miliardi di dollari messi in campo dal Congresso per argine la pandemia. Lo dice il crollo del prezzo del petrolio.La Casa Bianca dovrà impegnarsi ancora tanto per sorreggere l'economia reale ed evitare il tracollo dell'industria dello shale oil, messa in ginocchio dalla caduta verticale del petrolio. Se non altro Trump può gioire di una cosa. Dopo anni passati a rimpallarsi accuse e aspre critiche, lui e la Federal Reserve lavorano fianco a fianco nella stessa direzione. Come alleati.
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