martedì 24 novembre 2020

Retribuzioni, persiste il forte squilibrio di genere. Donne penalizzate rispetto agli uomini

Lo squilibrio tra le retribuzioni rimane una triste costante del nostro Paese. In realtà, questo fenomeno è diffuso in tutto il mondo e su di esso aveva acceso i riflettori nel 2018 Anuradha Seth, consigliera per il programma di sviluppo delle Nazioni Unite. All'epoca usò toni forti, definendo lo squilibrio retributivo di genere come "il più grande furto della storia".

Genere e retribuzioni

La differenza tra le retribuzioni di uomini e donne rimane forte anche in Italia. Un recente studio della ODM Consulting lo conferma. La stesse esperienza lavorativa può generare un gap di stipendio del 5,5% tra laureati donne e uomini e dell’8% tra non laureati.
Come se questo problema non fosse già grave di suo, la crisi pandemica ne ha aggiunto uno ulteriore. La crisi economica ha spinto le aziende a ridimensionare o licenziare moltissimi dipendenti. E chi sono i più colpiti? I lavoratori del genere femminile. al punto che invece di recessione, si parla spesso di "she-cession".

I numeri

Tornando alla questione delle retribuzioni, l'ultima analisi evidenzia che la differenza tra stipendi è qualcosa che matura sin dai primi anni di carriera.
Secondo le stime di ODM, un lavoratore con meno di 30 anni guadagna in media 25.216 euro se non è laureato e 29.780 euro se laureato. Se però si tratta di una donna, a partirà di tutte le condizioni lo stipendio medio scende a 23.210 euro o 28.051 euro.

Questa forbice si amplia o si restringe a seconda della professione e dell’inquadramento. Come importo netto si amplia ad esempio tra dirigenti e quadri, fino a superare i 3400 euro. Si restringe nell'ambio operaio, dove è poco oltre i 2500 euro. Dal momento però che scendendo di livello cala anche lo stipendio annuo, questa differenza è in percentuale molto elevata. Infatti la differenza percentuale uomo-donna tra i dirigenti è dell'8,5%, mentre per impiegati e operai sale a 10,4% e 10,5%.

Altre discriminazioni

Ma oltre a questa differenza di retribuzione, va anche considerato che la disuguaglianza di genere si manifesta con il tipo di contratto: ci sono più donne nei posti di lavoro part time. Inoltre quando si deve fare ascesa in carriera, le donne hanno più difficoltà. Oggi solo il 32% dei dirigenti in Italia è donna.

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