La BCE potrebbe allentare la morsa sui dividendi delle banche, e fare una concessione agli istituti di credito. Secondo un articolo del Financial Times, la Eurotower potrebbe consentire ad alcuni istituti di pagare dividendi, ma solo a certe condizioni e entro certi limiti.
La questione dividendi
La questione dividendi sarà oggetto di un annuncio atteso per martedì 15 dicembre. Lo scorso marzo la BCE decise di imprimere una stretta, bloccando le cedole. Il motivo di tale restrizione venne spiegato dalla stessa Vigilanza unica di Francoforte: "Prima degli azionisti, le banche devono sostenere famiglie e imprese sotto scacco per la pandemia da Covid-19". Forse può interessare: piccole e medie imprese in crisi da Covid, tante rischiano di sparire.
Banche in pressing
Adesso lo scenario potrebbe cambiare parzialmente. Anche perché la "dieta" imposta dalla BCE ha allontanato gli investitori dai titoli bancari, che senza cedole diventano meno appetibili. Il calo c'è stato, è evidente, su tutti i maggiori listini europei: DAX30, Ftsemib, Cac...
Inoltre le banche dell'Eurozona hanno dei cuscinetti di capitali che sono anche superiori ai minimi stabiliti dalle autorità, per cui il pagamento dei dividendi non rappresenterebbe alcun rischio.
Per questo la BCE si avvia verso un sì alle banche e alle società finanziarie. Dal prossimo anno potranno tornare a pagare dividendi ai loro azionisti. Ma come detto sarà una concessione condizionata. Verrà infatti posto un tetto massimo all'ammontare.
L'esempio britannico
Pochi giorni fa si è mossa su questo stesso indirizzo l'autorità di regolamentazione britannica PRA (Prudential Regulation Authority). Ha infatti stabilito che gli istituti del Regno Unito potranno tornare a distribuire i dividendi, dopo che la Bank of England aveva in primavera intimato le stop alle banche. Il risultato di quella misura fu una cancellazione di dividendi per un valore di 7,5 miliardi di sterline.
Il via libera della PRA è stato condizionato, prevede un un tetto massimo rappresentato dal 25% degli utili conseguiti nel 2019 e 2020 in via cumulativa, esclusi i pagamenti dei dividendi precedentemente effettuati, o pari allo 0,2% del valore dei loro asset più rischiosi.
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