Uno dei punti dolenti per l'Italia, è utilizzare in modo efficiente i denari che arrivano dall'Europa. Fondi che servirebbero per dare una scossa alla nostra economica, che però da sempre vengono spesi poco e male. Una inefficienza che bisognerà correggere, soprattutto quando arriveranno i fondi per l'emergenza Covid.
L'Italia e i denari dell'Europa
Concettualmente, ci sono due tipologie di fondi che l'Europa ha creato per sostenere i Paesi membri, e che hanno lo scopo principale di ridurre il divario tra le aree più avanzate e quelle che fanno maggiormente fatica.Si tratta dei FSE, ovvero il Fondo Sociale Europeo, e del FESR, ossia il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
Nessuna di queste due categorie è stata pienamente sfruttata dall'Italia. Abbiamo infatti impegnato l'81% dei denari del FESR, mentre ci fermiamo al 71,4% dei fondi FSE. Tradotto in soldoni, circa 12 miliardi di euro non sono stati ancora impegnati. Quelli effettivamente spesi, sono peraltro anche di meno (47% dei fondi FESR, 46,5% dei fondi FSE).
Progetti per lavoro e imprese
I denari del Fondo Sociale Europeo andrebbero spesi per progetti riguardanti il lavoro, l'istruzione e la formazione, la mobilità dei lavoratori. In special modo dovrebbero dare una spinta alle regioni più svantaggiate, quelle con un Pil pro capite inferiore al 75% di quello medio europeo.
Il FESR invece dovrebbe dare sostegno alle imprese, spingendo su innovazione e ricerca, sostenibilità, digitalizzazione delle imprese.
Spendere tanto e spendere bene
Nei 7 anni che vanno dal 2014 al 2020, la Commissione Europea ha certificato che i denari stanziati per l'Italia sono stati quasi 73 miliardi di euro, ma è stata capace di spenderne solo il 40%. Peggio fa soltanto la Spagna, con solo il 34%.
Ma l'Italia non è capace di spendere tutti questi denari (il ritardo del nostro paese nel spendere i fondi comunitari è cronico), e peggio ancora quando lo fa non è in grado di essere efficiente.
Sono sotto gli occhi di tutti tantissimi progetti che vengono avviati con fondi europei, ma poi si fermano per questioni burocratiche. Questo fa lievitare i loro costi, e in molti casi i tempi si dilatano così tanto da diventare progetti superati (spesso per questioni politiche).
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