lunedì 20 dicembre 2021

Lavoro nero e caporalato, la pandemia ha aggravato il problema

Due piaghe che il mondo del lavoro si porta dietro da tantissimo tempo sono quella degli irregolari e del caporalato.
Si tratta di problemi che la pandemia ha ulteriormente aggravato, perché il bisogno di trovare occupazione acuisce la debolezza di chi la cerca.

Il caporalato nel lavoro

I tempi del lavoro nero e del caporalato sono sempre andati a braccetto. In particolar modo nel settore agricolo. Nonostante innumerevoli tentativi, queste piaghe non sono state debellate. E purtroppo con lo scoppio del Covid la dimensione del fenomeno è tornata da essere preoccupante.

Le ultime stime raccontano infatti di circa 200 mila persone costrette a lavorare in condizioni di grave sfruttamento. Sono persone che pur di trovare o mantenere un posto di lavoro, è disposta ad accettare condizioni degradanti e disumane da parte di pseudo-imprenditori che agiscono con modalità criminali.

Il lavoro nero fenomeno ampissimo

Attenzione però, perché quello del lavoro irregolare in ambito agricolo è solo una piccola parte del problema. Infatti l'ampissimo problema del lavoro irregolare riguarda circa 3,2 milioni di persone. Peraltro si tratta di una stima che secondo Istat è quasi certamente sottodimensionata.

Inoltre la maggiore quota di lavoro irregolare è su base volontaria. Si tratta cioè di persone che svolgono attività retribuita, ottenendo in cambio pagamenti in nero. Per lo più si tratta di autonomi che svolgono lavori di riparazione e manutenzione (elettrica, idraulica, fabbrile, edile, etc.) o che prestano servizi alla persona (autisti, badanti, acconciatori, estetiste, massaggiatori, etc.).

Un danno economico enorme

In questi casi il caporalato non c'entra proprio niente. E' una libera scelta di essere "invisibili" al fisco. Spesso questa forma di lavoro irregolare è svolta da pensionati, inattivi, disoccupati o persone in Cig che arrotondano le magre entrate con i proventi recuperati da queste attività illegali.
Tutto questo provoca un danno economico enorme, perché al di là dell'essere evasori fiscali, fanno concorrenza sleale a quegli autonomi che invece svolgono la propria attività alla luce del sole.

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