Il dato più atteso di questa settimana era quello relativo alla inflazione USA. Gli investitori speravano di ricevere un report incoraggiante, e invece - nonostante il secondo calo consecutivo - l'inflazione non è scesa secondo le attese.
La doccia fredda per gli investitori
Il dato pubblicato dal Bureau americano ha evidenziato infatti che nel mese di agosto la corsa dei prezzi è salita su base mensile dello 0,1% rispetto al mese precedente, a fronte di un calo atteso dello 0,1%.
Inoltre il dato annuale ha rallentato all'8,3% rispetto all'8,5% del mese precedente, ma gli analisti avevano pronosticato una frenata più robusta, pari all'8,1%. Una doccia fredda per gli investitori.
L'aspetto positivo è che si tratta della lettura più bassa in 4 mesi.
La FED verso la stretta da 75 pb
Quali conseguenze comporta questo dato? Importantissime, visto che tra una settimana c'è il meeting della Federal Reserve.
Gli investitori avevano ridotto le possibilità di una stretta da 75 punti base da parte dell'istituto centrale americano, proprio perché si ipotizzava una inflazione più debole. Questo significava inoltre che la divergenza rispetto alle altre banche centrali - in primis la BCE, che la scorsa settimana ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base - si sarebbe assottigliata.
Adesso lo scenario è nuovamente cambiato, e ci sono davvero poche possibilità che la Federal Reserve si mostrerà meno aggressiva a fine mese.
Gli effetti sul mercato
La reazione del mercato è stata così immediata. Il dollaro è schizzato di nuovo verso l'alto, interrompendo la tregua durata solo pochi giorni e mandando in alto gli oscillatori trading.
L'indice del biglietto verde, che misura il suo andamento rispetto a un paniere di valute principali, è salito oltre 109 dopo che era arrivato ai minimi della sessione di 107,7.
Anche il cambio EUR-USD ha subito un forte contraccolpo, precipitando di nuovo verso la parità.
Anche gli eurolistini e Wall Street ne risentono. FTSE Mib, il Ger 40 (cos'è) e i newyorkesi Dow Jonews, S&P 500 e Nasdaq hanno perso significativamente quota dopo la pubblicazione del dato sull'inflazione.
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