lunedì 5 giugno 2023

Lavoro femminile, il Sud Italia è il peggio che c'è in Europa

L'Italia vanta un primato poco invidiabile. Il Sud del Paese infatti piazza ben 4 regioni sul fondo della classifica UE riguardo al lavoro delle donne. Le ultime posizioni sono infatti occupate da Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Un en plein mortificante.

Il quadro delle donne e il lavoro

Nonostante l'occupazione femminile continui a evidenziare una crescita in Italia ed anche al Sud, il Mezzogiorno rimane ancora terribilmente indietro

E così le tabelle Eurostat evidenziano che nel 2022 in Sicilia ha lavorato solo il 30,5% delle donne, di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Per renderci conto della situazione, bisogna pensare che la media europea delle donne al lavoro è del 64,8%.

Dati flop in tutto il Sud

Non va meglio in Campania, dove le donne che hanno un lavoro sono state il 30,6%. In Calabria saliamo al 31,8%, mentre in Puglia siamo arrivati al 35,4% delle donne occupate.
Poco consola il fatto che in tutte queste quattro regioni il bilancio sia migliorato: la Sicilia era infatti al 29,1%, la Campania al 30,5%, la Calabria al 30,5% e la Puglia al 33,8%.

Va aggiunto che il Sud in generale è in coda alla classifica nel complesso, con la Sicilia che segna un 42,6%. Anche in questa speciale graduatoria domina - in negativo -  il Sud Italia: infatti la Campania (43,4%) e la Calabria (43,5%) sono anch'esse tra i quattro regioni peggiori. A evitare un altro dominio italiano è la presenza della Guyana francese (42,4%) al penultimo posto.

Le madri lavoratrici

Se questi dati sono terribili, vanno pure aggiunti quelli di Svimez riguardanti le madri lavoratrici. Nel Sud d'Italia appena il 35,3% delle madri con figli in età prescolare lavora rispetto al 64% del Centro-Nord. Il tasso di occupazione dei padri italiani è pari all'83,2% a fronte del 55,1% delle madri.
A penalizzare le madri che vogliono un lavoro è soprattutto la carenza di servizi. In special modo la carenza di posti disponibili negli asili nido, gli elevati costi di accesso al servizio, la scarsa diffusione del tempo pieno nelle scuole dell'infanzia.

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