lunedì 13 novembre 2023

Debito Italia, Fitch conferma il rating e l'outlook stabile

Venerdì sera, a mercati chiusi, è arrivato il verdetto dell'agenzia di rating Fitch riguardo al debito dell'Italia. La società newyorkese ha confermato l'IDR (Long-Term Foreign-Currency Issuer Default Rating) del nostro PAese a "BBB", con un outlook stabile.

La valutazione del nostro debito

Il giudizio espresso dall'agenzia internazionale sul nostro debito è frutto di alcune caratteristiche che vengono illustrate nella nota emessa da Fitch. Anzitutto "è sostenuto dalla sua economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall'appartenenza all'Eurozona e dalla solidità delle istituzioni".

D'altro canto però ci sono fondamentali macroeconomici e fiscali deboli. Fitch in special modo sottolinea il livello del debito pubblico molto elevato, la politica fiscale relativamente poco rigorosa dopo la pandemia, e un potenziale di crescita economica ridotto. Inoltre, più di recente, un altro problema rappresentato dal contesto di rendimenti più elevati.

Il giudizio sull'outlook

Le previsioni di Fitch riguardo all'Italia sono state lasciate stabili. Questo perché ci si aspetta una stabilizzazione del rapporto debito pubblico/PIL, che sarà simile a quello che c'era a fine 2022. Inoltre è prevista una ripresa nell'esecuzione dei progetti finanziati dall'UE "che forniscono un moderato sostegno alla crescita".

Il tutto condito da una situazione politica più solida, visto che la maggioranza parlamentare è più stabile di quella di molte amministrazioni precedenti. Questo consentirà al governo Meloni di fare una pianificazione economica e fiscale di medio termine.

Le stime sul Pil

L'agenzia internazionale prevede che ci sarà una timida ripresa della crescita del Pil, che arriverà all’1,0% nel 2024 e all’1,3% nel 2025. Questo in virtù dell’accelerazione della spesa per la NextGenerationEU, il Pnrr. Quest’anno l’esecuzione del piano “è stata nettamente inferiore agli obiettivi, ma prevediamo che sarà sostenuta da una riorganizzazione per razionalizzare i progetti subnazionali e realizzare un maggior numero di progetti attraverso il settore privato”.

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