mercoledì 29 novembre 2023

Commercio online, non si ferma il boom: +10% nel 2023

La crescita del commercio online continua ad essere robusta. E ciò accade sia a livello globale che nel nostro Paese. La situazione è stata illustrata da una indagine di Statista, che ha evidenziato i numeri di questo fenomeno.

I numeri del commercio online

Secondo le stime, il 2023 del commercio online si chiuderà con ricavi prossimi ai 4 mila miliardi di dollari. Questo segna un incremento del 10% rispetto alle cifre che sono state registrate nel 2022 e nel 2021, anni in cui il bilancio finale fu di 3,32 miliardi di dollari.

I due anni appena citati sono stati quelli che hanno spinto ulteriormente la crescita del commercio online, dal momento che a causa della pandemia la gente è stata costretta ovunque a lunghi periodi di lockdown.

Il trend crescente continuerà

Tuttavia, anche dopo la fine dell'emergenza pandemica, gran parte delle persone ha continuato a sfruttare il canale del commercio online. Inoltre il trend crescente sembra destinato ancora a durare, visto che nei prossimi anni si stima una corsa fin a toccare i 5mila miliardi e mezzo di dollari nel 2027 (significherebbe un tasso composto di crescita annuale del 11,17%).

Cina in vetta alle vendite

A livello geografico, il paese che traina il commercio online è la Cina, dove i ricavi hanno superato i mille miliardi nel 2023.
Ma anche l’Italia sta conoscendo una bella progressione, visto che è destinato a chiudere il 2023 con ricavi per quasi 48 miliardi di dollari. Inoltre si stima che entro il 2027 si arriverà alla cifra di 74 miliardi, che equivale a un tasso composto di crescita annuale tra il 2023 e il 2027 pari al 11,59%. Quindi  addirittura superiore alla crescita globale.

Un altro dato che conferma la forza del commercio online in Italia è la “user penetration, ossia la percentuale della popolazione che effettua acquisti online. Infatti in Italia dovrebbe salire dal 68,2% del 2023 al 72,4% del 2027, che significherebbe superiore sia alla media europea (69,5%) sia a quella globale (66,6%).

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