Dopo giorni fiacchi sul mercato, in attesa dei dati macro più importanti, quel momento è arrivato. Tra giovedì e venerdì sono in pubblicazione i report più attesi, a cominciare da quelli negli USA su crescita del PIL e PCE Index, che il dipartimento del Commercio USA ha resi noti oggi e che riaccendono le probabilità che la FED tagli i tassi nei prossimi mesi.
I dati che hanno interessato il mercato
La crescita economica a stelle e strisce ha viaggiato in calo come previsto. La prima stima dell'1,6% è stata rivista al ribasso all'1,3% nel primo trimestre, in linea con le aspettative. Il dato odierno si confronta con il +3,4% del trimestre precedente. La frenata economica è dovuta principalmente al rallentamento della spesa al consumo.
Il secondo dato del giorno è quello relativo al PCE Index, ossia l'inflazione delle spese personali. Il report evidenzia una crescita minore di quanto previsto: +3,3% rispetto al +1,8% precedente al +3,4% atteso dal mercato. Anche l'indice PCE core, che esclude cibi freschi ed energia, cresce mento del previsto: +3,6% rispetto al +3,7% atteso, mentre il dato precedente era stato +2%.
L'altro dato del giorno è quello sulle richieste di sussidio alla disoccupazione USA, che sono state 219 mila unità. Ciò vuol dire che c'è stato un aumento di 3 mila unità rispetto al periodo precedente. Il numero di persone che hanno richiesto il sussidio è stato leggermente al di sopra delle aspettative del mercato di 218.000.
Le prospettive di tagli FED
I report pubblicati oggi hanno convinto che il mercato che la FED effettuerà un taglio al costo del denaro durante i prossimi mesi. Si stima che ci sarà una sola riduzione dei tassi da parte della Fed, più probabilmente a novembre (65% rispetto al 61% precedente) mentre è quasi certo che ci sarà entro dicembre (83% rispetto all’80% precedente).
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La reazione del dollaro
Questo ha provocato un calo del dollaro statunitense, che dopo due giorni di guadagni perde terreno. Il Dollar Index che si allontana dalla soglia di 105.
Sale invece il cambio EUR/USD, che si riporta verso 1,084, con il Williams percent range %R che evidenzia lpiù forza per la valuta unica. Scendono i rendimenti sul mercato obbligazionario, il Treasuries a 10 anni è sceso sotto il 4,58%.
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