A novembre è ufficialmente cominciato il Mese dell’Educazione Finanziaria, giunto all'ottava edizione. In tutta Italia ci saranno eventi gratuiti in presenza e online che servono per aiutare i cittadini ad una gestione consapevole della propria finanzia personale e familiare.
Si tratta di un tema caldissimo, perché a giudicare dai dati stiamo messi davvero maluccio.
Le nostre conoscenze di finanza
L'Edufin index, che misura la consapevolezza sui temi finanziari delle persone, si ferma a 56 nel nostro Paese (su 100 punti massimi). La nostra conoscenza media sulle questioni di finanza è quindi sotto la sufficienza, che si raggiunge alla soglia dei 60 punti. E se l'Italia nel complesso sta messa male, la Sicilia sta pure peggio. Il suo indice infatti si ferma a 52, al di sotto anche del livello medio dell’area geografica d’appartenenza (Sud e Isole), che è 53.Non è un dato da sottovalutare, perché chi ha più competenze di finanza fa le scelte migliori, al contrario di chi è "analfabeta". E purtroppo lo sono ancora troppi italiani. Tra le iniziative volte a migliorare questo scenario c'è la creazione del sito "economiapertutti" di Banca d'Italia, che ha lo scopo preciso di promuovere l'educazione finanziaria e di permettere ai cittadini di orientarsi in modo più semplice nelle scelte di finanza personale che riguardano la vita di tutti.
Le spine che ci affliggono
A cosa è dovuto principalmente questo scenario così preoccupante, e come possiamo migliorare? Se abbiamo un livello di educazione economica e finanziaria inferiore rispetto alla media, è perché abbiamo un basso livello di consapevolezza, un ampio gender gap e delle strutturali fragili legate a occupazione e cultura finanziaria. E dove sono più evidenti questi problemi? In Sicilia appunto.
Uno degli scenari più preoccupanti è il gender gap, che complica l’indipendenza finanziaria delle donne. Quando sono in coppia questo gap aumenta e le donne tendono a delegare decisioni finanziarie, anche quando sono le principali percettrici di reddito familiari. Il problema è culturale. Solo 4 donne su 10 hanno un conto corrente.
