Il timore dell'inflazione
L'eventuale accelerata dell'inflazione potrebbe mettere i bastoni tra le ruote ai piani di rilancio. Vale sia per l'RRF in corso di lancio nella UE, sia per il piano Biden negli States che quello Johnson nel Regno Unito. La ripresa dell'inflazione infatti finirebbe per spingere le banche centrali a correre ai riapri, presumibilmente aumentando i tassi di interesse. Le conseguenze di questa mossa si abbatterebbero sia sul PIL che sul costo di finanziamento del debito pubblico. quest'ultimo ha già raggiunto livelli elevati.Annotazione tecnica: quando si negozia sui mercati finanziari, bisogna conoscere bene alcuni concetti. Ad esempio quello del evening star pattern trading.
Il costo del denaro e le conseguenze
E' stato ad esempio calcolato che un aumento del costo del denaro pari all’1%, provocherebbe un incremento di spesa per debito del Regno Unito pari a 20 miliardi di sterline. Ma discorsi analoghi si possono fare sia per gli USA che per la UE.
Il dilemma delle banche centrali
Le banche centrali si muovono quindi all'interno di un terreno minato. Ciò vale in special modo nell'Unione Europea, dove l'andamento dell'inflazione e del debito pubblico è assai eterogeneo tra i vari Paesi. Una eventuale mossa che aiuta l'uno, potrebbe danneggiare l'altro.
E' vero che ora come ora questo problema non è imminente, ma il solo pensiero di un possibile ritocco dei tassi ha avuto effetti pesanti sui mercati. Se esaminiamo i dati delle società di trading autorizzate Consob, possiamo notare che l'azionario infatti settimane scorsa ha avuto un paio di pesati battute di arresto, mentre sul mercato valutario l'euro ha perso quota contro il dollaro.
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