lunedì 12 novembre 2018

Banche italiane costrette a scendere in campo per salvare Carige (e loro stesse)

Ancora una volta le banche italiane fanno discutere per una situazione di crisi profonda. Ci stiamo riferendo a Banca Carige, che è ormai sull'orlo del baratro. La banca ligure si è trovata nella pancia un buco da 257 milioni, e da qualche mese la Bce va sollecitando un rafforzamento patrimoniale con nuovi accantonamenti (eseguiti solo per il 5% dal vecchio cda). Nel frattempo emerge con prepotenza una sempre maggiore carenza di liquidità.

L'intervento delle banche

La situazione ormai è così complessa che davvero è corsa contro il tempo per salvare l'istituto genovese. Nell'ultimo mese e mezzo il titolo è crollato ritoccando ripetutamente il minimo storico, mentre occorrono in tempi brevi circa 400 milioni. Dal momento che non riescono a metterli i soci, Bankitalia ha chiesto l'intervento alle altre banche attraverso lo Schema Volontario, il braccio del Fondo Interbancario partecipato da tutti gli istituti. Alle 12 si riunisce a Roma il Consiglio del Volontario, mentre in parallelo ci sarà pure un CdA della banca ligure.

La banca deve approvare la trimestrale ma anche dare il via all’emissione di un bond subordinato (ben superiore ai 200 milioni, quota che si era già provato a collocare senza successo) per rafforzare il total capital ratio, ma anche dare un segnale al mercato sulla solidità della banca. Entro fine mese l'istituto deve presentare a Francoforte il piano di conservazione del capitale.

Corsa contro il tempo

Riguardo allo Schema Volontario, si attende la richiesta formale di Carige per avviare l’intervento, tutto interno al sistema bancario. il clima è di moderato ottimismo, anche se non tutte le banche sarebbero allineate su un intervento che permetterebbe sì di tamponare la crisi dell’istituto genovese, ma a spese di tutto il sistema. Lo statuto del Fondo prevede che per il via libera all'intervento servono tanti voti favorevoli che rappresentino il 90% dei depositi protetti dal Fitd e il 50% del numero delle banche consorziate al Fitd.

In tutto questo vanno rimarcate le forti preoccupazioni del ministero dell’Economia. Il dicastero teme che possa scatenarsi un’onda di allarme amplificata dallo spread particolarmente alto e dalla bocciatura della manovra da parte dell’Ue. il rischio contagio quindi sarebbe alto.

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