Il crollo degli investimenti
A rivelare questi dati sono i recenti report di Eurostat e Istat. Ad agosto invece l'OSCE aveva parlato di 8,1 miliardi di investimenti pianificati in Italia e successivamente cancellati (ai quali potrebbero adesso aggiungersi quelli della TAV Torino-Lione). Negli ultimi anni la marcia col freno a mano dell'Italia si contrappone a quella impetuosa di altri paesi come Germania, Francia e Regno Unito. Dal 2015 loro hanno iniziato a recuperare gli investimenti in grandi opere persi con la crisi. E lo hanno fatto al doppio (e oltre) della velocità rispetto all’Italia, cioè spendendo tra pubblico e privato poco sopra e poco sotto i 10 miliardi di euro l’anno.Confindustria ha evidenziato come nel nostro paese ci siano ben 27 grandi opere bloccate, con una ricaduta sull’economia di 86 miliardi (e circa 400 mila posti di lavoro). In dieci anni gli investimenti nel solo settore pubblico sono scesi dal 3% all’1,9% del Pil. I consumi delle famiglie e il loro reddito disponibile sono inferiori rispettivamente dell’1,9% e dell’8,8% rispetto a dieci anni fa.
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