Cosa cambia per le banche
Se non ci saranno cambiamenti infatti, a metà marzo la Commissione Ue e la BCE formuleranno nuove proposte sul modo di gestire e ridurre i crediti in default da parte delle banche. La Commissione chiederà che le banche destinino a riserva più capitale per far fronte ad eventuali problemi nel rimborso dei nuovi crediti che verranno concessi dal 2018 in poi. Andrà invece pure oltre la Bce, che chiederà accantonamenti molto più alti a fronte di ritardi registrati dal primo aprile in poi nei rimborsi dei crediti già concessi in passato.Da questa situazione se ne ricava solo una possibile conseguenza: molte banche saranno spinte a riconoscere tante posizioni dubbie come default, costituendo riserve di capitale molto cospicue. Sembra una questione puramente tecnica, ma invece avrà dei grossi effetti concreti. Nei prossimi due anni questa iniziativa della Bce potrebbe erodere lo 0,10-0,15% l’anno dal capitale delle banche, ma soprattutto renderà le banche molto più riluttanti a prestare a imprese artigiane che non presentano solide garanzie, sapendo che in caso di minimi problemi dovranno adeguarsi alle rigide normative UE (tenendo anche conto che i tempi della giustizia civile richiedono oltre 1.100 giorni per pignorare un immobile a garanzia di un prestito in default).
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