Mentre dalla banca centrale del Brasile non sono giunte novità rilevanti ai tassi di interesse, che restano al 15%, la notizia importante per il paese sudamericano giunge dal fronte delle tariffe statunitensi.
La decisione di Trump sulle tariffe
Il presidente Trump ha infatti deciso di rinviare l'entrata in vigore delle tariffe al 6 agosto, cinque giorni dopo la scadenza inizialmente prevista. La mossa è legata all'incriminazione dell'ex presidente Bolsonaro (stretto alleato di Trump) per presunto complotto di un colpo di stato dopo la sua sconfitta elettorale del 2022.Inoltre Trump ha attenuato l'impatto dei dazi esentando settori chiave, tra cui l'aviazione civile, l'energia, il succo d'arancia, la ghisa, i metalli preziosi, la pasta di legno e i fertilizzanti. Questo attenua i timori che intere aree dell'economia brasiliana sarebbero state spazzate via dal prelievo.
La riunione della banca centrale
Nel frattempo, la giornata di ieri è stata caratterizzata anche dalla riunione della Banca Centrale del Brasile, che ha lasciato il suo tasso Selic stabile al 15%. La posizione cauta assunta dal Copom riflette le aspettative di inflazione, che rimangono al di sopra dell'obiettivo per il 2025 e il 2026, rispettivamente al 5,1% e al 4,4%.
Tra le ragioni che hanno spinto la BCB a confermare i tassi c'è anche l'aumento della volatilità delle condizioni finanziarie globali, dovuto alle politiche fiscali e commerciali degli Stati Uniti, nonché l'aumento delle tensioni geopolitiche.
Il Copom ha sottolineato la necessità di un periodo prolungato di politica significativamente restrittiva per indirizzare l'inflazione verso il suo obiettivo del 3%. Sebbene il comitato abbia segnalato una pausa nel suo ciclo di inasprimento per valutare gli effetti ritardati, ha anche ribadito la sua disponibilità a riprendere i rialzi se le pressioni inflazionistiche persisteranno.
La reazione del mercato
Sul fronte valutario, il real brasiliano si è stabilizzato a 5,57 per USD, ma resta comunque vicino al minimo toccato a inizio giugno. L'indicatore RSI evidenzia una situazione di equilibrio tra forze rialziste e ribassiste. Il real è stato favorito negli ultimi mesi dal maggior tasso reale del Brasile, che attira flussi di carry trade.
Intanto l'indice Ibovespa è salito dell'1% chiudendo a 133.990 mercoledì, sostenuto dal sollievo per le esclusioni dell'ultimo minuto dalla tariffa del 50% di Washington sulle esportazioni brasiliane.
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